121 MCCCCC, Sonzin Benzon da Crema, con 100 cavali lizieri et 200 fanti, adeo quella terra è ritornata a la devution di Pranza, et par andasse alozar el conte Alvise Avo-garo, el conte Zuan Francesco di Gambara et Carlo Secho li dentro. In questo zorno, nel conseio di X fo il principe, e intisi fo parlato zercha- el menar dii Grimani in gran conscio; e sier Nicolò Michiel, avogador, parloe, dicendo era oficio di cai di X di farli taiar la testa subito zonto, et che lo voleva menar in gran conseio. Et il principe disse alte parole, e lo mandò fuor dii conseio di X. E lui rispose : Serenissimo principe, non son per andar se li cai dii conseio di X non mi manda. Era cai sier Antonio Calbo, sier Anzolo Tri-vixan, sier Zacharia Dolfìm ; et lo mandoe zoso. El qual vene. Et fo dito el principe chiamò sier Marco Sanudo e sier Polo Pixani, avogadori, e li disse : In-tromctè l’opinion dii vostro coioga, zercha a vegnir a menar a gran conseio. E lhoro risposeno : Serenissimo principe, missier Nicolò è nostro padre; dove lui anderà, lo seguiremo. Adeo el principe rimase sopra de si. E ilerum fo chiamato suso sier Nicolò Michiel, qual è constantissimo a voler menarlo in gran conseio. E ozi fé comandar li consieri per damatina in quarantia criminal, per tuorli la pena di ducati 100 per uno li messe, li dovesse dar una matina gran conseio, atento che, da poi disnar, per leze, da San Michiel a Pasqua non poleno dar gran conseio a requisition di avogadori; lamen la matina ditto sier Nicolò non li mcnoe in quarantia. Quid eril, scriverò. Ilem, fono banditi, non si spendesse più, ducati da do bolognesi, ni ducati da uno con dita stampa ; e fo mandato per li oficij a dir li portasseno a li ca-merlengi, che, di doman in là, non si potrano spender. Creilo si publicherà, et più disimele noterò. Zonse in questa terra el signor di Rimano con zercha 50 persone ; alozò a San Zane Nuovo, a caxa di l’orator suo; doman verà a la Signoria. A dì 20 dillo, da malina. Sier Agustin Malipicro, venuto eri con la sua galia, capetanio stato in colpho con do fusto, zoé Piero Polacho c Zuan Craina, et quella di Bortolo de Re vien driedo ; et l’altra, patron Alvise da la Comare, si rupe sora il Sasno. Et questa matina referite in colegio, come avia posto li bastion a Narenla, justa i mandati ; et quelli populi si leniva a la devution dila Signoria nostra. Ilem, in colpho non era slà fato alcun danno ; e, donde l’andava, tutte le terre si confortava. Vene domino Jacomo Secho da Caravazo, richis-simo, vestito di negro, con molti fameglij, fonno a la 122 Signoria : intendo el domanda voler esser soldato, et è fklelissimo marchesco. Vene el signor di Rimano, con molti avanti de’ soi, e lui vestito d’ oro, acompagnato da 4 zenthilo-mcni: sier Nicolò Zorzi, sier Zuan Batista Bonzi,, sier Michiel Trivixan e sier Beneto Vituri. Fu a la Signoria. Credo ringratiasse quella di prescidij dati, oferendossi, et dimandando qualche danar a conto de’ soi stipendij. I) i la Zefalonia, eri sera, vene letere dii capetanio zeneral, di 23. Come era zonta la bombarda grossa mandoe a tuor a Modom, et esser morto uno di Coltrili inzegner, et il zeneral amalato. Ilem, se intese sier Tomà Zen, el cavalier, capetanio a l’impresa, fé impichar uno galioto con la cavra ai pie’, per averla robata ; adeo li galioti andono dal capetanio, quello lo volse dismeter ; et volendo mandar li pro-vedadoridil’armada a l'impresa, non volseno andar. Noto, a Santo Antonio si lavora do nave, una "> ' grande di comun, di portà di bote 3000, et l’altra più pizola di botte 1200, pur di comun, quale vic-ncno solieitate, et costerà assa’ danari. Ilem, in questi zorni vene in questa terra ilerum a star, domino Machario di Chamarino orator dii ducila d’Urbin, sta a San Moysè. È da saper, justa la parte, li savij a trovar danari, dii numero di savij di colegio, sono questi: sier Polo Barbo, sier Piero Balbi et sier Alvise da Molim, savij dii conseio, sier Marco Zorzi et sier Lunardo Grimani, savij da terra ferma; quali a so posta consultavano. Da poi disnar, fo pregadi. Fo messo parte per sier Marin Bon e sier Andrea Suriam, savij ai or-deni, meter 3 galie al viazo di Alexandria, zoé do nuove e una vechia; e tre a Baruto, do vechie e una nuova, sono in l’arsenal; et s’incanti doman da ma-tiua, e a mezo marzo si provino, e si parlino per lutto marzo, e a li homeni da capo e balestrieri sia risalvà do altre mude, videlicel a quelli sono in ar-mada con le presente galie. Ilem, vaili do nave è in armada con le dite galie al viazo, qualle siano a rata per conto di la Signoria nostra, et quelli pagerà in contadi habi 15 per 100 di dom, et a li patroni primi li sia donato di danari di la Signoria nostra ducati 800 per uno. Contradixe la parte sier Jacomo Polani, et questo perché sier Vicenzo, suo fìol, si ha-via ben porlato, et a hora se li tolleva la galia di dosso. Rispose sier Marini Bon, savio ai ordeni. Andò le parte: 13 non sincere, 43 di no, 91 di la parte. E fu presa. E la matina fono incantade. FEBBRAIO.