273 MDXXVir, GIUGNO. ili lano ha mandalo fora 50 spagnoli solto specie de una commissione di far execulione de danari contra certi merehanli et genlilhomeni, et come forno fora del castello li mandoe drieto a dirli che andassero per li filiti soi, et che non tornassero più li; et erano megliori. In castello dice esser non più che 40 lan-zinech, 50 spagnoli et 200 francesi. Che in Milano si dice nemici esser stali rotti dati nostri a Roma, et che hanno fallo dare tre strepale di corda questa matina ad uno maestro usciero del Senato perchè disse questa nova, et lo volevano impichare, ma fu salvatoli la vita a pregierie de alcuni homeni datene, et anchora è in pregione privato de l’oficio. Post scripta. Al presente ritornano circha 70 cavalli leggieri de nostri che andorno heri sera alla volta di Peschiera, et trovando nemici imboschati li caziorno due volle dentro Pischiera, poi andorno 177* alla volla di Milano. Et trascorsero per tultcfdenlro li borgi di Porta Romana, Tosa et Renza, et sin apresso alla Porla Orientale. Da la cillà presero 4 cavalli tolendoli dala careta de messer Joan Bapti-sla Visconte, et distacorno 12 pari di bovi da cari cargi di fieno che andavano in Milano, et li condu* sero via con 14 lanzchenechi, due some de spadoni da due mani, 4 some di fermento et molte altre robe di genlilhomeni et mercanti. Et con questo botino si vollorno al ritorno de Lodi. Ma li inimici avisali mandorno la compagnia del Leyva per trovarsi a Trocasano, et sì rupero il ponte, tal che sopragion-gendo li nostri sprovisli et slrachi, forno constrelli, scaramuzando insino apresso Lodi, lasciar il bottino. Et li nostri presero il capitanio di bandiera del Leyva et il capitanio di la Peschiera et li condusero quasi fin qui a San Grado, dove impediti da una mandria di vache che pascolavano su le strale, fumo anche costreli lasarli. Et è rimasto pregione de’ nemici il locoteneute del capitanio Avenlino. • Di sier Domenego Contarmi proveditor generai. Da Lodi fo letere di 2. Scrive le sopra-scritte nove et altre occorrente eie. 178 A dì 5. La mattina non fo alcuna lettera da conto, et fo aldito una diflerentia di sier Alvise Bon dotor, sier Marco Antonio Contarmi qu. sier Andrea e sier Michiel Trevixan qu. sier Andrea Avogadori extraordinari, quali voriano andar fuora per le terre di terra ferma et veder le raxon de le camere, come andorno sier Lorenzo Orio el dolor et sier Marco Foscari. Et parlò il Coniarmi A l’incontro, sier Bernardo Loredan, sier Piero Mocenigo di sier Lunardo procuralor, sier Marco 1 Diarii di M. Sakuto- — Tom. XIV. Antonio Barbarigo qu. sier Gregorio provedilori sopra le camere, diceano aspectar a uno di loro andar per le camere come per leze è slà sempre observato, nè locha a Avogadori a andar. El parlò il Mocenigo. Ilor balotato tra C Consieri fono tre et tre se dia balotar in Collegio: mancava un Cao di XL, remesso a doman. Da poi disnar, fo Colegio del Serenissimo, Cai di XL et Savii in Gran Conseio reduli per il fresco, licet piova quasi ogni^zorno. Et alditeno la diferentia zerca il feudo di Val-dimarin del conte Zuane Brandolin, qual ha maridato soa fiola in sier Piero Lion qu. sier Alvise qu. sier Jacomo, et li ha dato la soa parte del contado in dota. A l’incontro, el colile Guido Brandolin suo nipote qual non voi, dicendo ò feudo nobile et zentil, et morto il ditto conte Zuane, vien a lui et suo lìol nalo di una da chà Diedo. Parlò per il Lion domino Francesco Fileto dolor. Li rispose domino Alvise da Noal dotor; poi parlò domino Pelro di Oxonicha dolor. Li rispose Santo Barbarigo, unde la Signoria reslreta, terminò Fa cosa venisse al Conseio di Pregadi, che non sarà cussi presto stante le presenti occorrenlie. Fo mandato do Savi di terra ferma, sier ... et sier Carlo Contarmi da monsignor di Baius ora-tor del re Chrislianissimo......... A dì 6. La noie, la matina el tutto il zorno fo una grandissima pioza, adeo l’aqua era in piaza de San Marco tanto alla, che quasi non si poteva passar. Pur Colegio si reduse. Vene il Legato del Papa con alcuni oratori di la comunità di Ravena, con lettere del governa-tor di Ravena et del presidente di Romagna nominalo domino .... Vizardino, dicendo che si provedesse di presidio in Ravena, perchè quelli sono a Codignola fanno pur qualche molion, et Vene uno nontio del re Chrislianissimo venuto di Franza, chiamalo Robandagie, qual zonse questa notte a caxa di monsignor di Baius orator di Franza, parli a dì 24 Mazo da Paris dal Re et è venuto per le poste, el qual........ Da poi disnar, licet fusse grandissima pioza, fo ordinato per tempo far Pregadi, et reduto, leto le lettere di Fiorenza di primo, del Contarmi da Lodi el da Costantinopoli tre lettere: 18