92 non a caso del nome di una donna primo io feci risonare quest’ aula, una donna che al più virile e vario talento tutte adunava le virtù del suo sesso. Ammiratela nelle sue opere ; ma più imitatela nella bontà del suo cuore. Che mai è il fulgore dell’ ingegno, anche più pellegrino, dalla bontà scompagnato ? Una pompa, un vano prestigio, uno sterile fiore, a cui manca il soave profumo, e che presto si pone da canto. Misera è 1’ arte, che non discende dal cuore. Tolga Iddio, che in un paese per tante glorie dell’ ingegno famoso, in mezzo a’ tanti prodigii da lui operati, nella patria dei Calendarii, dei Bellini, dei Tintoretti, io scemi qui lode col mio discorso alle opere dell’ ingegno ! No, sono esse la sacra eredità dei secoli, il vanto, la gloria delle nazioni, la seconda vita, in cui un popolo spento o disperso è ancora a sè stesso superstite, e il vinto trionfa del vincitore ; ma esse per sè medesime han fatto un solo felice, rasciugarono solo una lagrima? Ah cedano, cedano ai diritti della bontà quei del-l’ingegno. L’ingegno illustra, ma la bontà soltanto consola.