44 gente avvezza da un pezzo a uuo stile tanto diverso, a un altro genere, se si vuol, di bellezze, si trovò come fuori delle sue acque, in un mondo nuovo, e ne fu coinè sopraffatta : quel canto ornato e fiorito, quel limpido musicale concetto, 1’ immaginoso, ma modesto linguaggio dell’ orchestra, che segue, ma non opprime il cantante, parvero cose strane : taluno ebbe perfino il civile o piuttosto l’incivile coraggio d’ accusare quei canti stupendi, di monotonia e soverchia lunghezza. Egli è che certi particolari convien saper notarli ed intendere. Ciò non per tanto l’intelletto e gli orecchi non furono chiusi a tutte le bellezze, e molti pezzi furono applauditi ; come 1’ aria di sortita del tenore, il magnifico duetto tra soprano e baritono, il non meno magnifico quintetto, e più che gli altri il duetto tra soprano e tenore, e 1’ altro tra quello e il contralto, e sopra tutto il rondò finale. Ed è auche a dire, che la musica fu splendidamente eseguita. La Tiberini, Matilde, si mostrò qui non pur quella finita cantante, che conosciamo, ma di più ottima, graziosissima attrice ; e appunto per le grazie, le ma-