51 V. Seconda accademia Patti (*). L’ accademia d’ieri sera fu un tantin disgraziata. La Patti cominciò la parte sua col-. 1’ aria della Traviata, e come s’immagina, la cantò squisitamente, ma non v’ ebbe di straordinario, se non 1’ allegro, per que’ passi d’ agilità, che non furono forse mai con tale esattezza e perfezione eseguiti ed ornati. Poi venne la volta di quella singolarità fonica, che s’intitola Les Echos, non sapremmo dire se scritta in francese, in inglese o in italiano, o se sia un semplice vocalizzo, una specie di la le ra la, come quando manca la parola a esprimere un motivo ; un giuoco, in somma, d’ ottavino fatto a labbra. Il certo è, che nessuno può vantarsi d’averne inteso sillaba, e quanto alla forma melodica del componimento, e’ somiglia assai a’ canti de’ montanari tirolesi, coll’ incomposto lor grido. Le persone non parvero troppo gradevolmente toccate da tal (') Gazzetta del 31 gennaio 1867.