- 8 - sulla « Storia del diritto nelle città dalmate », uscito testé a Zagabria, piglia per slave molte voci, che sono invece di origine latina, rispettivamente italiana1). « La „calletta“ o „sottovolto del Lulin“», di cui trovò menzione in un libro zaratino, la interpretò per Luiina svod = il sottovolto del matto'2), perchè lesse alla slava Lùlin, e non già come pronunciamo noi Lulin, meglio Lolin. La quale voce da noi e nelle provincie venete è nome di persona, derivata da Lorenzo-, basti ricordare la Cappella de’ Lolini a Venezia, ove c’erano dipinti del nostro Andrea Meldola :ì). Talarigi e Pappo, mutati arbitrariamente in Talaric e Popov, sono, viceversa, nomi di origine germanica: Talareich e Babo4); tutti poi sanno che Tallarigo è un vecchio scrittore napoletano (« Gior. storico della lett. ital.», ann. II, pag. 196); Quchitto, divenuto Óukic, è il diminutivo dalmatico di zucca o zocco'). Bucadeo, letto male per Butadeo, è il nome del famoso errante medievale, e non ha a che fare con Bonadicü). Griparius non è Griparijev, ma è l’aggettivo sostantivo di grippo (gr. lat. yQìnog, gryphus) — rete e barca peschereccia, e significa pescatore 7). Cosi Quparus e f uparius indicano un’ arte, prima il fabbricante di giubbe, e poi per estensione il sarto; male quindi mutato in Cupar, e peggio accostarlo, in quanto all’etimo, a zupano = capo di un distretto8). Non bisognava poi credere ad un vecchio cronacista ragusino che povulani valesse quanto poi-villani, cioè mezzo-villani; la voce deriva invece da populani, che altrove, a Capodistria p. e., si dicevano pure povolani, ora corrotto in paolani9). Lexa non è Lesina, ma Lissa, esempio bellissimo di mutamento neolatino regolare di una i in posizione. Lat. Issa, con l’articolo concresciuto, doveva dare Lessa: la i restò, per influenza del dalmatico, invariata. All’ incontro Lissa, isola di fronte a Zara che ha perduto la / ritenuta articolo, mutò regolarmente la tonica in e: Eso, ma nel dialetto rimane anche qui la i : Iso10). E cosi di molte altre voci erroneamente battezzate per slave. Di fronte però a tale slavismo esagerato, già nella prima metà del secolo decimonono, si posero degli eruditi di vaglia, decoro del nostro paese, degni di figurare in città d’importanza maggiore, che non fossero le cittadine di Dalmazia: G. Ferrari-Cupilli a Zara, A. Fenzi a J) Dr. J. Strohal, « Pravna povijest Dalm. gradova », Zagabria, 1913. 2) Ibid., pag. 64. s) Sansovino, « Venetia città nobilissima» ecc., Venezia, Curti, 1663, pag. 261. ■•) Strohal, « Pravna > etc., pag. 66. 5) Ibid., pag. 68. 6) Ibid.,rpag. 74. 7) Ibid., pag. 70. — Ant. Ive, «I dialetti ladino-veneti dell’Istria», pag. 148. 8) Strohal, «Pravna etc., pag. 70-74 e 115. ■') Ibid., pag. 89. 10) Ibid., pag. 113.