— 43 — di avere. Anche recentemente in una rivista storica croata ') abbiamo letto l’asserzione che i nomi, in prevalenza slavi che occorrono nei molti atti spalatini del sec. XIV che ci sono conservati, sono una prova della quasi completa slavicità della popolazione spalatina. I molti atti spalatini, ai quali l’egregio dott. Grga Novak allude, sono stati da noi — ci si perdoni la ripetizione — scorsi, anzi studiati, pezzo per pezzo. E la nostra fatica ci permette di asserire in perfetta tranquillità di coscienza che il complesso onomastico che essi ci tramandano non rispecchia nemmeno lontanamente il complesso etnico del comune spalatino nel trecento. Infatti solo una piccola parte di questi atti interessa ed è estesa ad istanza di cittadini di Spalato. La cancelleria spalatina, in affari di diritto privato, funzionava assai più per i finitimi slavi, che non per gli abitanti del comune.. Dalla Poglizza, dalla Cetina, da Clissa, da Tenin, dalla Morlac-chia, persino dalla Bossina e dalla Rascia accorreva la gente slava a farsi stendere i loro contratti nella cancelleria di Spalato. In altra sede diremo forse il come e il perchè di questa affluenza. Qui conviene piuttosto provare la nostra asserzione. Apriamo il voi. Vili dell’Archivio di Spalato, quello che, per averci offerto la maggior parte dei documenti che hanno dato origine a questo lavoro, teniamo sempre davanti. È un protocollo di ¡strumenti del notaio Pietro da Sarzana, iniziato il 29 giugno 1369. Dopo il consueto preambolo: Quaternus instrumentorum scriptorum per me Petrum ecc., e dopo la data, seguono: 1) 29 giugno 1369. Istruinento di vendita di un somaro castrato fatta da «Radosclauus Radinich de Campo Preminge». Cheman?), s. Maria de pugnano, s. Maria Magdalena, s. Maria de Moris extra muros civitatis, s. Maria de Murilo, s. Maria de Pansiano, s. Maria de Rivo (de Salona), s. Maria de Spinunto, s. Maria de Ugal, s. Martinus de Billay, s. Martinus in civitate nova, s. Martinus de Dillato, s. Martinus de Riva, s. Martinus (de Sus-suraQo), s. Matheus qui est post ecclesiam sancti Domnii, s. Michael de Arena, s. Michael de Castiliono, s. Michael de Dillato, s. Michael de Lagiano, s. Michael de Margnano, s. Michael de Rivo, s. Michael Spalati membrum monasterii sancti Stephani, s. Nicolaus de Arcucio, s. Nicotaus de Lagarono, s. Nicolaus de Margnano, s. Nicolaus de Portu, s. Nicolaus de Serra, s. Nicolaus de Scalellis, s. Paulus ad Inbarchaneum, s. Petrus de Boa, s. Petrus de Cernouiniqa, s. Petrus ad Chaline, s. Petrus de Gomaio, s. Petrus de Magnis Lapidibus, s. Petrus de Solerato, s. Petrus de Turri, s. Silvester, s. Spiritus in civitate nova, s. Stephanus, s. Theo-dorus, s. Thoma de Barcaneo, s. Trinitas in campo Spalati, s. Vitus (de Pansiano?). Oltre a queste chiese, nel trecento esistevano abbastanza fiorenti questi monasteri: 1) s. Francesco dei frati minori, 2) s. Domenico dei predicatori, 3) s. Stefano dei benedettini, 4) s. Maria di Solta, pure dei benedettini, 5) s. Maria di Taurello delle benedettine, 6) s. Chiara delle clarisse. Nè si deve dimenticare che a Spalato risiedevano tutti i prebendati dei monasteri di s. Andrea de Pelago (Lissa), s. Pietro de Gumai, s. Niccolò di Lissa e il < preceptor et gubernator domus hospitalis s. Johannis Jerosolimitani Spalatensis diocesis». r) Siarohrvatska Prosvjeta, 1927, I, pag. 143.