- 76 - e dichiarare nei limiti delle nostre conoscenze e della nostra competenza la natura di questo materiale, segnando, dove potemmo, qualche riscontro che ne rappresentasse il carattere e ne facilitasse lo studio. La ragione del piccolissimo lessico delle parole slave è più che evidente. A studiosi di filologia romanza non è possibile chiedere la conoscenza di un idioma tanto diverso e tanto lontano dagl’ idiomi neolatini come è lo slavo. Questo lessico poi nella sua estrema pochezza varrà anche a determinare la misura dell’influsso esercitato sul volgare neolatino di Spalato dal finitimo, anzi fino ad un certo punto convivente linguaggio slavo. Per ovvie ragioni abbiamo compreso in questi tre lessici soltanto quelle parole che occorrono nella parte volgare dei documenti trecenteschi e abbiamo del tutto trascurato i quattrocenteschi. * * * Resta che esponiamo i criteri ai quali ci siamo attenuti nei pubblicare i nostri documenti. L’edizione, non occorre dirlo, è scrupolosamente diplomatica. 11 testo è riprodotto in tutte le sue caratteristiche grafiche e ortografiche tale e quale è stato fissato sulla carta dallo scrittore. A criteri di un assoluto rigorismo non abbiamo tuttavia ritenuto di doverci attenere, e perchè oggi non da tutti approvati, e perchè impossibile e inopportuna ne sarebbe stata nel caso nostro l’applicazione. Abbiamo sempre tenuto presente che i nostri testi sono principalmente, se non esclusivamente, destinati a glottologi. Le loro esigenze volemmo che fossero soprattutto accontentate, non quelle dei paleografi, che, se vorranno studiare questo materiale, dovranno farlo sugli originali. Perciò, dal principio sopra enunciato ci siamo scostati: 1) nell’uso delle maiuscole, 2) nella divisione delle parole, 3) nello scioglimento delle abbreviature, 4) nella punteggiatura. Quanto alle maiuscole è noto quanto arbitrario ne fosse l’uso nel medio evo, non solo in gente meno che mezzanamente colta, come è il caso dei nostri scrittori, ma anche in persone di cultura superiore. Il lasciarle inalterate nei nostri documenti avrebbe determinato inevitabili confusioni tra parole del discorso comune e nomi di persona e di luogo. Cioè i non pratici di onomastica e toponomastica medioevale spalatina non avrebbero potuto sempre e subito ravvisare in parole comincianti con minuscola il nome proprio e viceversa in parole comincianti con maiuscola il nome comune. Per questo ci sentimmo in debito di adottare nei riguardi del loro uso la pratica moderna.