- 91 — Item tinari II gardi.. Item uno pulmaco I. Prostandu et apelnandu si algu-na cosa trovo da pog ci la posu mitir in auetario. (Grafia del notaio Pietro da Sarzana) : Die XXI octubris, presentibus Lu-ceta beccario Ciuitano Niciolich te-stibus, Petro Marci examinatore, Sfila et Peruosclauus presentaue-runt hunc inuentarium. Item tinari II grandi. Item plumazo I. Actum apud domum dicti con-dam Bogdani presentibus Luceta beccario Nicola condam magistri Johannis testibus, Petro Marci examinatore. Archivio di Spalato, voi. Vili, c. 40, dove è anche allegata la cedola originale presentata dai tutori. La scrittura della cedola è mercantesca, dal ductus sicuro e uniforme e dal conspectus generalis non brutto, ma nelle singole lettere formata male e di lettura difficile. Lo scrittore non distingue tra c e t, tra u, v e A; trascura sempre la cediglia nella f. Trattasi senza dubbio di mano spalatina. Quanto alla persona ci pare di poter con assai probabilità pensare a quel ser Petrus Marci, che compare in funzione di fideiussore nell’atto di nomina dei tutori. Infatti, lo stesso giorno (21 ott.) e nello stesso luogo («apud domum condam Bogdani Mundich »), dopo aver compiuto le formalità della presentazione dell' inventario, i tutori eleggono « ser Petrum Marci presentem et uolentem suum uerum et legiptimum pro-curatorem, factorem et certum nuntium specialem specialiter et gene-raliter tam in agendo quam in defendendo in omnibus dictorum tutorum et procuratorum causis et questionibus ». È facile immaginare il dietro-scena di quest’atto: i tutori, illetterati e non pratici delle leggi del comune, vistesi ad un tratto cadere addosso le responsabilità e le noie dell’amministrazione e della tutela dei beni pupillari, si rivolsero per consiglio ed aiuto alla persona che prima aveva garantito per essi, e poi aveva sottoscritto il loro atto di nomina, e che quindi doveva saperla lunga in materia ; e difatti da questa persona devono aver avuto opera e consigli se ad essa, non appena fu loro possibile, trasferirono (verso compenso, naturalmente, chè i più dei nobili esercitavano anche l’avvocatura) il carico di rappresentarli presso le autorità. La cedola presentata dai tutori fu trascritta dal notaio Pietro da Sarzana a tergo della c. 40 del suo protocollo d’ ¡strumenti dell’ anno 1369. Non completamente però, chè molte parole, specie nomi e toponimi, il notaio, nuovo a Spalato (aveva cominciato a rogare il 29 giugno), non riuscì a comprendere, scritte male com’erano, e al loro posto lasciò degli spazi bianchi che in nota abbiamo segnalati. Da non tacere il fatto che la trascrizione notarile è in grafia molto più accurata che non sogliano essere le altre imbreviature dello stesso notaio. Fu forse questa stessa accuratezza che lo spinse a riformare