— 15 - nella nostra (an. 1845, n.ro 57), con cui ribatte «le parole dure che italiani e stranieri confondono contro il veneto nome » ; e bellissimo uno pure di Francesco Carrara (ibid., anno 1847, n.ro 72) intitolato Carattere dei dalmati, nel quale rilevava cotesto carattere dai vicendevoli legami d’affetto e di fede che avevano stretto per tanto tempo i dalmati a Venezia. Ricordava, fra le altre cose, il discorso del Foscarini a favore della Dalmazia; l’elogio, che dei dalmati fece il Goldoni nella «Dalmatina» e nelle sue «Memorie» (li, 34); le lagrime, sparse a Zara e a Perasto sulle bandiere venete, tolte dagli stendardi alla venuta degli austriaci. Ricordava che Fabio Mutinelli aveva dedicato i suoi «Annali di Venezia» agli schiavoni: «A voi, che soli fra tutti nell’estremo caso di Venezia, consegnando altrui il vessillo di s. Marco, sospiratamente baciato ed abbracciato l’avete, prorompendo in pianto dirotto, a voi questo libro giustamente appartiene». Ricordava che un povero prete schiavone, suo conoscente, conservato gelosamente un di quei venerati vessilli, lo dispiegava ogni anno nel di di s. Marco e, banchettando con due amici della giovinezza, bagnava le labbra al leone col vino di Cipro. Questa digressione valga a dimostrare che il nazionalismo slavo in Dalmazia non è anteriore al secolo decimottavo, che non è stato mai generalmente inteso, e che sono il più delle volte esagerate e senza fondamento le rintegrazioni etimologiche, fatte posteriormente dagli sia-, visti. Sicché, tornando all’argomento di questo scritto, se è vero, per testimonianza di tutti quelli i quali hanno parlato del Fortunio, che egli era schiavone, è vero altresì che nessuno, in mezzo a tanti slavici amori, ha mai rilevato, essere la voce Fortunio traduzione di Srica, che vale fortuna. 11 primo ad affermarlo fu il dr. M. Srepel nella monografia «Hrvat prvi gramatik talijanskoga jezika » (Un croato, primo grammatico della lingua italiana), pubblicata nel «Rad» di Zagabria, voi. 140, pag 1 e segg., an. 1899. E come l’ha saputo? L’ha semplicemente immaginato, mettendo insieme questo ragionamento : Nel nome Fortunio c’è la parola fortuna, il Fortunio era schiavone, gli Schiavoni erano croati, dunque il Fortunio si sarà chiamato croatamente Srica, che poi tradusse in fortuna, da cui formò Fortunio. Ma in questo ragionamento c’è una premessa falsa: Venezia, è vero, chiamava Schiavoni gli abitanti dell’Adriatico orientale, ma non tutti quegli abitanti detti Schiavoni erano croati, o slavi in generale. E così a torto lo Srepel ripete che il Meldola era un Medulich e, nuova scoperta, che il Carpaccio era un Krpac, sempre col pretesto che il Meldola sarebbe stato uno schiavone della Dalmazia, e il Carpaccio dell’Istria. Ma vediamo, se altre difficoltà si oppongono alla realtà di cotesto Srica.