— 44 — i 2) stessa data. Testamento di « Dominicus filius condam Jurse » (non si dice di dove!). 3) 30 giugno. Atto di divisione d’immobili tra « Brancho Crani-slauich » (non si dice di dove), « Andreas Peruossii » (non si dice di dove), « Peter Descouich de Brachia » e « Velchus Stipanich de Pollizio ». 4), 5), 6), 7) ed 8) Obbligazioni dipendenti dall’atto precedente. 9) stessa data. Confessione di debito fatta da «Vladaz Radichinich olim de Clissio nunc civis Spalatensis». 10) 1 luglio. Confessione di debito fatta da « Ratchus Boeslauich » (non si dice di dove). 11 ) stessa data. Impegno di fornire pietre da costruzione assunto da «Creste et Lucanus de Solta fratres et filii condam Andree». 12) 3 luglio. Istrumento di quietazione fatto da «Petar Dobrecouich frater Polnossii de Bossina». 13) stessa data. Idem, fatto da «Dabisinus Tuertcouich faber habitator Spalati ». 14) 8 luglio. Confessione di debito fatta da « Dragobrat Ragcinich, habitator Spalati». E così avanti per tutto il volume, anzi per tutti i volumi di quest’ epoca. Chi e quanti siano qui gli spalatini è facile vedere, come è facile vedere tutta la fallacia del criterio che prima abbiamo combattuto. Ma anche potendo stabilire che effettivamente la maggior parte della popolazione spalatina portasse nome slavo, potrebbe risultarne che questa popolazione fosse slava di fatto? Affermiamo di no. Infatti, nei pochissimi nobili slavi accettati nel Consiglio Generale abbiamo constatato la tendenza a latinizzare il proprio cognome, come nei cittadini e popolari provenienti dalla penisola, a slavizzarlo. Nel quattrocento, per esempio, un Cambi, venuto da. Firenze, diventa Cambievich ; un Zanobio di Lapo, pure fiorentino, Lapotich; un Ruzeri, Ruzerich e così via. Nel trecento poi si nota l’assai caratteristico fenomeno che alcuni popolari abbiano nome slavo e nomignolo romanzo: Pizigamorti, Karestia, Sta ri panco, Megomorto, Surabel, Gambalongha, Medio axino ecc. E che pensare dei casi nei quali il padre porta un nome latino e il figliolo uno slavo e viceversa? Tutto questo confusionismo, questo eterno sfuggire dei fatti alle rigide classificazioni che si son volute loro imporre, questa instabilità e multiformità degli aspetti che presentano, mostrano ben chiaro quanto falsa sia la strada battuta da coloro che s’incaponiscono a vedere nel nome slavo o latino un marchio di SlaviSmo o di latinità. E chi abbia