— 162 — Cerva (Elia)—Crieva, Zrieva, Crijevic—Cervini (Aelius). Risale allo stesso spirito informatore la traduzione o la traducibilità di certi cognomi : Dobric—De Boninis, Dragisic—Benignus, Zoranic—De Albis. Da un concetto primo procedono due voci originarie e da questi, multiformi doppioni: Natalis, De Natalibus, Natalicius, Natalinus, Natali, Nadali, Naie, Nalis, Nallius, Nalcho, Naljesko, Naljeskovic, Natalie ecc.—Bozo, Bosko, Bozin, Bozic, Bozicevic, Boskovic ecc. Alcuni ibridismi tradiscono tre successivi momenti evolutivi: Bratulic va scomposto in Brat-ulus-ic; similmente Vodinelic risale ad un Voda, Vod, Vodin slavo latinizzato col suffisso diminutivo ellus e rislavizzato col patronimico ic. E via via!1). Non è intenzione nostra addentrarci in problemi linguistici, più precisamente in questioni onomastiche2) e stabilire eventuali principi ideologici nell’assegnazione dei nomi, notare i mutamenti semantici che vanno correlativi ai mutamenti di concetti o di oggetti, precisare l’epoca e la regione in cui si riscontrano l’evoluzioni più caratteristiche e mettere in evidenza tutti quegli elementi che sono necessari per la soluzione di altri fenomeni omogenei o di altri quesiti più o meno accessori. Scopo di questo articolo è la determinazione dell’uso pratico di certe dittologie che oscillano ancora in illogiche incertezze o in arbitrarie deturpazioni di cognomi dalmati. È un saggio di stabilizzazione che si vuol fare di vecchi princìpi e di vecchie tradizioni. Come è generalmente noto, la formazione dei cognomi risale in Italia e nell’impero Bizantino al tardo medio evo, quando le caste dei patrizi s’andavano affermando sempre più e nel nome della propria famiglia vedevano un’arma di tutela dei loro diritti ereditari. Alla fine del medio evo poi, quando anche i mercanti, gli artisti, le caste cioè « de populo » si prefiggono dei nomi di famiglia stabili, la generalizzazione dei cognomi è presto compiuta. Nella raccolta dei più antichi documenti dalmati, che vanno dal 548 al 11003), già il secolo decimo offre qualche prova di nomi di famiglia, sia slavi che latini. In ulteriori raccolte4) o codici diplomatici 5) che vanno, le prime dal 1198 al 1549, gli altri dal ') Cfr. C. JlRECEK, Die Romanen in den Städten Dalmatiens während des Mittelalters (il capitolo « Die Personennamen des Mittelalters ", in « Denkschriften der K. Akademie der Wissenschaften», vol. 48 e 49, Vienna, 1902-1904. ”) Per siffatti studi sarebbe preziosa la recente opera di Bruno Migliorini, Dal nome proprio al nome comune, Ginevra, 1927. s) Fr. RACK], Documenta historiae chroaticae periodum antiquam illustrantia, volume settimo di Monumenta spcctantia historiam Slavorum meridionalium dell’Accademia jugoslava di Zagabria, 1877. J) A. THEINER, Vetera monumenta Slavorum meridionalium historiam illustrantia, vol. 1, Roma, 1863. 5) T. SMICIKLAS, Codex diplomaticus regni Croatiae, Dalmatiae et Slavoniae, vol. 11-XIV, edizione dell’Accademia jugoslava di Zagabria, anni 1904-1916.