— 213 — discussione di quello che costituisce l’argomento principale del suo studio e cioè delle possibilità di sviluppo commerciale fra l’Italia e la Jugoslavia a mezzo del porto di Zara. Prospettati in sintesi i rapporti commerciali fra i due stati, l’A. cerca abilmente di inquadrare nel loro complesso la funzione specifica del porto zaratino. Riprendendo una vecchia tesi, già affermata nel 1873 in una relazione della R. Agenzia consolare italiana di Zara, l’A. la completa ed illustra concretandola praticamente e formando un progetto per così dire ideale, ma i cui dettagli sono accuratamente ponderati e valutati. Merita qui di essere messa in particolare rilievo la dimostrazione della convenienza di alcune linee e mezzi di trasporto che, partendo dai grandi centri dell’Italia settentrionale verso determinate zone della Bosnia e della Croazia, offrono condizioni più favorevoli passando per Ancona e Zara che non per Trieste e Fiume o Spalato. Il progetto si basa appunto sui calcoli qui raccolti e da cui scaturisce la prova che Zara potrebbe divenire la testa di ponte al di qua dell’Adriatico per il commercio con una parte della Balcania. L’A. poi delimita questa zona d’influenza del porto di Zara rispetto a quella degli altri porti dalmati e prospetta la necessità delle opere sia portuali che terrestri occorrenti perchè Zara possa diventare lo sbocco del retroterra che su di essa gravita naturalmente. Ma al senso realistico dell’ A. non sfugge che il suo progetto, anche se fondato su basi naturali e scientifiche, messo a confronto con la realtà presente si riduce ad un puro sogno, che — come egli opportunamente avverte — è meglio non carezzare per non correre il rischio di provare l’ennesima delle illusioni. E con ciò l’A. ha esaurito l’argomento affidato al suo studio e che consisteva — come abbiamo rilevato in principio — nel determinare la funzione del porto di Zara in una sistemazione, diremo così, normale. Egli però conosce tutta la precarietà della situazione odierna ed il valore del suo studio consiste appunto nell’aver reso più visìbile ed anzi documentato lo stridente contrasto tra quello che il porto di Zara è per colpa dell’assetto politico attuale e quello che invece potrebbe essere in un assetto naturale. Ma — per rimanere entro i limiti segnati dal tema — l’A. non ha potuto nè voluto entrare in quello che è il travaglio reale della vita del porto di Zara nel momento presente, travaglio caratterizzato da sforzi molteplici ed ostinati di superare le difficoltà esistenti, dei quali sarebbe prematuro ed inopportuno tirare oggi le somme, a meno che non si volesse studiarli e seguirli per disciplinarli meglio e facilitarne, in quanto è possibile, il successo. Giovanni Soglian. FERDO SlSIC, Povijest Hrvata u vrijeme narodnih vladara (Storia dei croati al tempo delle dinastie nazionali), Zagabria, Naklada skolskih knjiga, 1925, pagg. XVI-735, con 280 illustr. e 3 carte a colori. Ferdo Sisié, professore all’Università di Zagabria, è il massimo storico croato vivente. Da più decenni, con infaticabile diligenza, egli va studiando la storia croata ovunque gli sia possibile. Non v’ è biblioteca nè archivio d’Europa di qualche importanza che egli non abbia visitato e da cui non abbia tratto materiali inediti o, per lo meno, non abbia in essi controllato le fonti da altri già' pubblicate. I lavori di storia croata da lui pubblicati sono legione: dapprima una serie di monografie intese ad illuminare singoli fatti, persona o periodi; poi lavori d’insieme. Nel 1906 diede per la prima volta in luce il primo volume di una