— 99 - poco dopo il 1358. Evidentemente i figli, Doimo e Niccolò, vissero assieme*) mantenendo indiviso il patrimonio sino al maggio 1370. Venuti a divisione, Doimo, come fratello maggiore, estese per primo l’inventario, che fu poi rivisto e completato da Niccolò. Le cedole furono raggruppate per due, e ciascun gruppo fu contrassegnato da una lettera : le prime due con la lettera a e le seconde due con la lettera b. Messi nel cappello i due gruppi, ed estratti a sorte, quello segnato con a toccò a Doimo, l’altro a Niccolò. Di questa operazione di sorteggio e dei suoi risultati c’è traccia in una breve postilla del notaio che in fondo a ciascuna cedola annotò: «pars ser Duymi Miche», rispettivamente «pars Nicole Miche». Avvenuta la presentazione delle cedole e udite le dichiarazioni degl’interessati il notaio Pietro da Sarzana rogò un regolare ¡strumento di divisione, nel quale inserì la traduzione latina dell’inventario. È inutile che richiamiamo l'attenzione degli studiosi sulla straordinaria importanza che il documento, pervenutoci in questa duplice forma, ha specialmente nei riguardi linguistici. Ma non possiamo tralasciare di metterne in rilievo anche l’importanza storica. Esso, se non sulla persona del cronacista Mica, porta nuova luce sul suo patrimonio e sulla sua famiglia, e ci offre un quadro verace di quelle che erano le sostanze, l’educazione scrittoria e quindi letteraria e l’ambiente linguistico della nobiltà spalatina nella seconda metà del trecento. *) Il 7 maggio 1368, la loro madre * Marina relieta ser Miche Madii de Spaleto » è ancor viva. In questo giorno essa deposita presso il conte 600 lire per redimere due case. (Atti del not. Francesco da Bologna, alla data suddetta). ,X 1370, 15 luglio - 1 ottobre. Testamento di donna Caterina figlia del fu Jacopo d’Andrea. Die primo octubris. Hoc est testamentum in scriptis domine Catarine filie condam Jacobi Andree repertum in camera comunis clausum et sigillatimi et ad petitionem ser Miche Madii coram ser Theodossio Leonis iudicem et de eius mandato et auctoritate per me notarium infrascriptum apertum et lectum presentibus ser Micacio Petri, ser Petro Crestoli Papalis testibus rogatis et ser Iacxa Iacxe Domaldi examinatore. Cuius testamenti tenor talis est. « Al nome de Dio amen. Anni de Cristo ’) milli 1I1CLXX adi XV «de lulu. Eo Catarina fila de Jacomu de Andria sana dila mente ama-« lada del corpo abiandii pagura de Dio non uolando morir intestada ') Xpo,