57 MDXXVII, MAGGIO. 58 di XL, qu. sier Piero, qu. sier 'Valerio........ 484.604 Sier Nicolò Boldù fo XL Zivil, qu. sier Hironimo ...... 501.559 Noto. Fo stridè nel numero di le altre voxe, etiam di far il primo Gran Conseio provedilor ad Axola in luogo di sier Zuan Battista Barbaro di sier Francesco, per non haver dato Poblation fatta. Di Bergamo, di sier Domenego Contarmi proveditor zeneral, fo lettere di ... . Come inimici, di Milan voleano andar a Santo Anzolo et a Pizigaton, et Cesare Fregoso con alcuni cavalli le-zieri era andato per veder di....... 34* Da poi Conseio, il Serenissimo con li Consieri et Savii si redusseno per expedir li capitoli di amba-sadori di Malvasia. A dì 8. La matina fo lettere di Franza da Poesi, di l’Orator nostro, di 23, et d’Ingalterra di 1’ Ora-tor nostro, di 16. Il summario dirò poi. Vene il Legato per cose del Jubileo, però che per le terre nostre par siano sta trovati in la cassa pochi danari, unde fo parlato et ordinato lettere per tutte le terre nostre, zoè che li confessori possano pattuir con le povere persone di dar a la cassa del Jubileo in tempo ; del qual se ne fazi nota. Vene 1’ orator di Milan per biave et vituarie in Lodi et Cremona, et si provedi, et per saper di novo. Vene prima sier Hironimo Zen qu. sier Simon, venuto Capitanio di Vicenza, vestito di veludo negro, in loco del quale andoe sier Jacomo di Cavalli, et referite iuxta il consueto. Di Franza, del Justinian orator nostro, da Paris, di 23 Aprii. Come era venuto il re Cristianissimo con la corte, etiam lui Orator, lì a Paris, et havendo solicità il mandar di danari in Italia, per questa Maestà era stà mandà tutta la ottava et nona paga, et tutti li 75 milia scudi per far li 15 mUia fanti, et altratanti fra 8 zorni si mandarà a Venetia per monsignor di Argira, a questo destinato. Questa Maestà promette mandar 10 milia sguizari in Italia, et del pagamento loro non si fa menzion se la Signoria nostra debbi contribuir ; et vedendo lui le cose de inimici prosperar in Italia per li a visi nostri, andoe dal Re exponendoli il bisogno, exortandolo a far valide provision, dicendoli di che natura era questa guerra che si feva in Italia, non per uno Im-perador ma per il duca di Barbon suo inimicissimo et povero exule et fugato et senza alcun stato o domicilio, et era con vergogna di la Sede Apostolica, di Soa Maestà et di la Illustrissima Signoria nostra, imo de tutta Italia, però Soa Maestà doveva fare ogni conato contra di questi tali. Le qual parole mosse tanto l’animo di Sua Maestà,che immediate comandò fosseno inviati li danari, scritto a sguizari che discendeno subito, et altre provision, dicendo non è per mancar. Di Anglia, si ha avisi di 16. Come il matrimonio di la principessa fiola di quel Sere- 35 nissimo Re era stà concluso in questa Maestà, o nel fiol ........, sicome sarà dechiarito nel convento faranno tutte do queste Maestà. Et sono stà destinati li oratori di uno et l’altro Re a Cesare a dimandar la paxe, con liberation di fìoli, il che non volendo, li intimi la guerra. Et le condition sono, che’l re d’Ingilterra rompi in la Fiandra con 10 milia fanti, 1000 cavalli lizieri et artellaria necessaria, con una potentissima armada, sopra la qual sia 1000 fanti per il re di Anglia pagati, et 1500 per questa Maestà. La qual roptura si exeguirà al principio di Zugno proximo. Questo Re romperà di qua a li confini di la Franza con 2000 lanze, 20000 fanti et artellarie necessarie per la impresa. Questi do si abocheranno avanti la festa di le Pentecoste, o a Cales, overo a Bologna, sicome sarà fra loro ordinato. È stà sottoscrili li capitoli per il re di Anglia et da li oratori di questa Maestà, et mandati di qui a ratificarli, la qual il Re 1’ ha fatta in ampia forma, el questa confederation et noze si pubblichi la Do-menega di Apostoli in Anglia et cussi in ditto zorno si pubblicherà qui a Paris, habuto però prima la retification de Ingilterra, et si farà questo atto con ogni segno di letitia. Sono stà cazadi di Anglia tulli li fiamengi et banditi di l’ixola, che non solum loro non possino comerchiar, ma etiam non possino trazer roba di alcuna sorte de l’ixola. Scrive esso Orator, le lettere nostre scrittoli col Senato, che’l dovesse parlar a questa Maestà zerca le Irieve voleva far et havea fatto il Pontefice con li cesarei, si l’era contenta de intrar etc. le qual vedendo la volunlà del Re non li parse de comunicarle, co-gnoscendo niuna cossa li saria più molesta che sentir di le trieve, et havendola proposta, haveva tardato tutte le provision gaiarde ha fatto, et voi far questa Maestà per la guerra a beneficio di le cose nostre. De Ingilterra, del Venier orator, da Lon- 35* dra di 11 . . .et 16. Scrive come, trattandosi de lì il matrimonio etc., scrive la conclusion è per esser, el li capitoli sono in mano delli oratori fran-