91 UDXXVII, MAGGIO. 92 Roma, giunto questa sera, che la inarata de li inimici fu a li 6 da matina per la via di Belveder nel Borgo, et poi inlrorono ne la terra. Et se dice l’ha; veano saphegiata, et Barbone esser morto da un arcobuso, et che ne la terra non arrivavano a fanti 3000 et poche provision per hora fanno, salvo se-rarsi ne le caxe. El signor Renzo et signor Orazio jq pastello, el conte Guido ppa a Ventripoli. 11 Pontefice cqn tutti li Cardinali, excetto la Valle et Ce-sapino, erano retirati nel castello. Entrati li inimici nel Borgo, forono a parlamento cum il Pontefice, l’orator di Portogallo, Zuan di Urbina et uno capi-tapio di lanzinech, li quali ussiti introrono l’inimici ne la terra circa a bore 21. Et se ben costui dice 55* esser morti molti de li inimici, pur anche dice che ebbe la terra cum gran facilità. Et dice li inimici erano apresso Roma che non si sapea, et dallo in- ■ tender che haveano inimici voltato il caminq verso Roma a lo arrivare li, non vi son stati più di giorni tre iq fne?p. 56 Gopia di una lettera da Casolino sul pevere, sopra Diruta, a li 9 di Mazo 1527, scrita per Joanni Simoneta a la, iUy$fre duchessa di TJrbinp. Illustrissima et excellentissima signora patrona mia singulare. Finalmente, questa sera siamo certificati, per un fante che stava a la guardia in Borgo di Roma, di ijove partj il Lunidì ppoximo passato a nocte a di 6, come inimici introrono il Lunedì mattina a bonora , in Bo^go, et di Borgo a le 20 ore jn Roma. Qual dice il referente, che al partir suo sachegiava. Et dice an.cor che Nostro Signore et lutti li cardinali erano retirati in castello, nel quale introrono a parlamento lo ambasatore di Portogallo, Gioan de Ur-bina et un capilapio todesco. Con grandissimo fango et non poca pioggia siamo arrivati con lo exercito questa sera qui a Casolino, di dove non partiremo dimani havendo consideration sopra le nove di Roma, et aspedando aviso di quelle et (Jpl marchese di.Sa-luzo, al quale per tre volte da ier sera in qua se li è scritto. Non se Jia ancor possulo sapere cosa alcuna, nè quello che sapiano di questa cosa, nè del pensiero che vi babbi fatto sopra. Baso ^umilmente la mano di Vostra Excellentia. Copia di una lettera di la prima nova hauta, scritta per il vescovo di Modula. Signori illustrissimi della jega, comendevo-lissimi etc. Le Signorie Vostre illustrissime sollicitino presto senza perder tempo, che come vedono per la presente li inimici hanno preso il Borgo, bepchè Nostro Signore e tutta Roma stia fortissima. Monsignor di Borbone è morto di uno arcfybuso in el petignone, et adessp è venuto uno homo, quale si è trovato a portare il corpo del prefato paonsignor di Borbone. Sono morte più di 3000 persone de li inimici. Vostre Signorie illustrissime solidiino perchè li inimici sono in grandissimo disordine, presto, presto senza perder tempo. De Viterbo, a li 7 de Mazo 1527, hore 19. Sottoscritta : Servitore Guido vescovo di Modula. A tergo: Alli illustrissimi signori duca di Urbino et marchese di Saluzo capitani della lega. Da Piasenza, di domino Lodovico Guerrero, di 5 Mazo 1527. Li imperiali, che erano intrali ne li borghi di Santo Angelo, si levorono et and oro no a San Colombano, et in poche hore lo presero da accordo. Per quanto ora se intende, vi hanno lassato 150 fanti et si sqno retiniti verso il pavese, con voce di voler far la impresa di Santo Angelo ; ma per acostarsi a Lodi le genti de la Signoria di Venezja ha ip brexana et bergamasca, se stima che non la de-bano attentar per adesso. Qui è venuto il tesorier, qual era a Fiqrenza, per pagar li fanti che sono qui et agumentarli a la sumrpa de 1000, per tenir questa terra in maggior sicurezza. Lettera di 9 ditto. Questi di Lombardia non fanno altro; li imperiali sono di là di Lambro, li veneti et ducheschi de qua. (1) La carta 58 * è bianca.