— 175 — Il C/iurtularium abbraccia un periodo documentario di quasi tre secoli; e le pergamene pubblicate dal de Franceschi nel primo volume vanno dal 1062 al 1300, e comprendono in tutto 226 documenti, con un’ aggiunta di altri sei, la maggior parte finora inediti, estratti dai ricco archivio comunale della città di Pirano, trascritti e collazionati dal de Franceschi con quella scrupolosa perizia, che egli mette in ogni suo lavoro. Altri documenti, editi prima dal Kandler nel Codice diplomatico istriano, appariscano qui in lezione corretta; e tutti sono variamente importanti per la storia istriana e piranese dell'epoca di mezzo, per lo svolgimento di forme e di istituti giuridici, quali le carte al portatore, la comunione dei beni fra coniugi e cosi via, che possono servire a far istruttivi raffronti con la vita giuridica della Dalmazia medioevale, ove eguali forme e istituti vi si svolgono paralleli, con piena indipendenza da quelli dell’ Istria. Un indice analitico, molto accurato, chiude il volume. Rileviamo qui, per l’interesse dalmatico, un Matheus Spalatinus, che apparisce quale testis in due documenti del 1232, pag. 109, 160; e a pag. 184-187 il documento spalatino del 18 luglio 1270, che è la riconferma del trattato di pace tra Pirano e Spalato del 27 aprile 1192. L’archivio di Pirano ne possiede copia membranacea sincrona, o di poco posteriore, e il de Franceschi ne curò la pubblicazione, raffrontandola con la lezione del Codice Diplom. istr., dovuta al Kandler, che nell’ Istria, a. VII, 1852, n.ro 18 pubblicò una illustrazione del documento sotto il titolo di Concordio tra Pirano e Spalato nel 1192. Lo Smiciklas dà il documento nel Codex dipi. voi. V, p. 549-550. A questo primo, importantissimo volume, pubblicato negli Alti e memorie della società istriana di archeologia e storia patria (voi. XXXVI), seguirà il volume secondo, ancora, a quanto si ritiene, nel corso dell’anno. Ugo Inchiostri. SALVATORE SABBADINI, Palladio Fosco e il suo «De situ orae II lì/rici ”, Estratto dall’ Archeografo triestino, voi. XIII della III serie, Trieste, 1926. Dobbiamo saper grado al chiaro prof. Salvatore Sabbadini di Trieste che, riproducendola dalla sempre più rara edizione di Amsterdam (1666) dell’opera maggiore di G. Lucio De regno Dalmatiae et Croatiae, ci ha donato la ristampa del-l’opuscolo di Palladio Fosco De situ orae Illirici, rendendolo più facilmente accessibile agli studiosi. Cosi, tutte, o quasi, le opere di natura storica, pubblicate dal Lucio in appendice al suo magistrale lavoro, hanno riveduto, negli ultimi tempi, la luce, in edizioni corrette. Il prof. Sabbadini non si limita però ad una semplice ristampa; ma correda l’edizione di interessanti documenti, che gittano maggior luce su la vita e l’opera storica ed educativa del Fosco, che il 15 ottobre 1516, chiamato da quel comune, iniziava il suo insegnamento a Capodistria, succedendo ad Ambrogio Febeo, piranese, e rimanendovi a tutto l’ottobre 1520, epoca della sua morte. L’insegnamento del Fosco a Capodistria era stato preceduto da altra consimile sua attività, svolta a Traù: e qua l’autore ha occasione di correggere l’affermazione dell’Appendini, che fa passare Palladio Fosco per tragurino: affermazione che, del resto, non fu seguita dai nostri storici posteriori. Non riteniamo però che possa seguirsi l’opinione dello Scardeonio, cui accenna l’editore, che nel suo De antiquitate urbis Patavii, ecc. (1. II, cl. X) attri-