AMBROSI Q. : Pagine letterarie con prefazione di Vittorio Rossi. Foligno, Arti Grafiche T. Sbrozzi e F.°, 1933, XVI, pp. 172. In questo bel volume presentato con amabile arguzia dall’illustre prof. Vittorio Rossi si può leggere con molta utilità lo scritto dedicato al Tommaseo In esso FA., che allo studio del Dalmata italianissimo si dichiara appassionato dalla parola e dall’anima di Giulio Salvadori, si mostra dotato di quell’equilibrio riflessivo e sereno che è vero segno di superiorità morale; epperò tributa al T. l’onore che gli è dovuto per il suo spirito di dantesca austerità e fierezza acrimoniosa, ma rigorosa e lo vede come un antico paladino che, fornito di ottima spada e di rara abilità nel maneggiarla, nessuna battaglia rifiuta, ogni nemico, per quanto audace e ben agguerrito, affronta spinto da un’ inquieta insoddisfatta aspirazione — per sè e per gli altri — a un’alta armonia, all’unità di un disegno in cui si raccolga tutta la vita e ogni dovere particolare acquisti il carattere d’ un atto religioso. Domenico Orlando TOMMASEO Niccolò: Il ritratto di Antonio Rosmini con introduzione e note di Carlo Curto. Torino, Paravia, 1929, XVI, pp. 180. Questo scritto del Tommaseo comparve per la prima volta col titolo « Antonio Rosmini » nel 1855 in due quaderni, il 23 e il 24, del voi. Vili della Rivista Contemporanea di Torino. È sì, com’ è stato detto, una ghirlanda deposta sulla tomba da poco chiusa del filosofo roveretano, ma non sa « di panegirico d’imperatore o d’orazione funebre di duchessa o di letterato »; il T. anzi, vincendo lo sgomento in cui ebbe a gettarlo la morte del grande amico, si eleva a considerarne e a colorirne la figura nella magnifica unità di linee, per cui essa grandeggia e grandeggerà nei secoli, senza che la esposizione, spessissimo liricamente vibrante, perda mai d’immediatezza o astragga dalla realtà della vita e dei tempi in cui il R. servì F Italia col pensiero e con F azione. Biograficamente importante specialmente la parte dedicata ai primi studi del filosofo e intesa a dimostrare come la vita di lui fosse tutta un’armonia preordinata dalla natura e dalla Grazia e dai suoi propri presentimenti e voleri: da quando fanciullo dell’ età di 7 anni, leggendo gli Atti dei Martiri, si commoveva a lagrime d’ammirazione e di tenerezza, alle prime sicure direzioni che apparvero nel giovinetto che studiava indefesso « pellegrinando per il mondo della scienza con un’ ampiezza che non toglieva F unità del vedere » e affrontava con la maggiore foga le questioni più ardue «leggendo libri sopra libri ». Inoltre, grazie anche alle note del Curto meri-