— 275 - con VII fac-simili e X ritratti, Sansoni, Firenze; che pongono di fronte due uomini cosi diversi d’ animo e di carattere, ma dai quali il Manzoni esce dipinto ed esaltato come nessun altro allora avrebbe saputo o potuto più degnamente; del 1930 sono le Meditazioni, opera inedita pubblicata, con prefazione e note, da Umberto Santucci, estratto dall’ «Archivio storico per la Dalmazia», Roma, voi. IX, di cui si può vedere la recensione in altra parte di questo volume; pure del '30 è lo scritto Della Letteratura Liberatrice, pubblicato da Piero Misciatelli in « Pegaso », anno II, N. 8, saggio dei più vivaci fra quelli rimasti inediti, scritto dal Tommaseo nel pieno vigore della virilità e nuova testimonianza della tempra del suo ingegno e delle sue facoltà critiche, anche se vi si debba lamentare la solita intemperanza nel giudizio morale; del 1931 sono alcune pagine tolte dal capitolo quinto del libro primo di un’opera assai ampia di concezione e di mole vastissima, ma rimasta incompiuta e tuttora in gran parte inedita, intitolata Del Presente e dell’Avvenire, scritta dal Tommaseo nell’esilio corcirese tra il ’50 e il ’53; pagine pubblicate, con una prefazione, da T. Lodi, col titolo Pio IX e Pellegrino Rossi, in « Pegaso », anno III, N. 10, che ci dànno il profilo dei due personaggi, delineati sullo sfondo degli eventi politici che vanno dall’elezione al pontificato del cardinale Mastai-Ferretti all’assassinio del ministro Rossi e alla fuga del Papa a Gaeta: il giudizio sul pontefice è moderato ed equilibrato, non invece tale quello sul Rossi ; del 1932 sono le Norme di vita dedotte dalla mia esperienza interiore, saggi religiosi inediti, a cura e con prefazione di Piero Misciatelli, Le Monnier, Firenze; per cui pure si veda la recensione in altra parte del presente volume; del 1934 infine è un saggio tolto da un Diario Intimo del grande Dalmata, diario che va dall’otto settembre all’otto novembre 1871 e appartiene alle Memorie private, tuttora in gran parte inedite, offerto dal Misciatelli ai lettori di «Pan» (Anno II, n 4): sono pagine queste del più vivo interesse perchè scritte immediatamente l’anno dopo la presa di Roma, presa che per il Tommaseo, il quale pure aveva ardentemente auspicata l’unione della Città Eterna all’ Italia, ed era stato strenuo sostenitore dell’ « inconciliabilità del Sacerdozio col Regno », e fervido assertore della necessità di una profonda riforma morale della Chiesa da cui soltanto sarebbero potute derivare all’ Italia e al mondo la pace e la libertà, segnava, per il modo com’ era avvenuta, il tramonto del suo sogno evangelico-sociale. Di altri manoscritti di opere o tutte o in parte inedite, o probabilmente inedite, del Tommaseo, insieme ad alcune delle già menzionate pubblicate di recente, dà notizie pure il Misciatelli in un interessantissimo articolo (Manoscritti inediti del Tommaseo, in « Pegaso », anno II, N 7), a cui rimandiamo per più ampi particolari : qui menzioneremo lo studio, in gran parte autografo, Intorno al verso del popolo greco, illirico, italiano', e in generale sul Numero. Indagine di Niccolò Tommaseo, Che l’illustratore non esita a giudicare « una delle più acutamente pensate fra le opere tommaseiane »; quindi un trattatello che fa parte di un volume intitolato Pensieri civili, e diviso in due parti: 1. Delle leggi penali di Finanza; 2. Pensieri sulle leggi in genere ; dal quale trattato, per la sua stessa divisione, balza evidente quel procedimento caratteristico dello spirito del Tommaseo, per cui un fatto qualunque che per un determinato motivo, fosse pur contingente, lo inducesse a occuparsi di un certo ordine di concetti e d’idee, diventava per lui immediatamente spinta irresistibile a indagini più vaste e più complete, a più profonde meditazioni, e quindi alla loro estrinsecazione in nuovi scritti; infine di due altri giornali: il giornale di Caterina e quello di Girolamo, i suoi figliuoli, dove sono pagine ricche di osservazioni originali, fresche, a volte acutissime sulla psicologia dei fanciulli. Di questi due diari in cui si respira un’ aria di serenità non consueta al cruccioso animo del Dalmata, il Misciatelli afferma