— 321 — e andonno a Narenti con vino e vi comprarono alquante serve e menavanle in Romagna e di Romagna in Firenze ». A Zara e al suo retroterra, ci fa invece seriamente pensare, oltre che la presenza del medico Giovanni di Stefano di Uguccione, un altro forte motivo. È nota la familiarità e l’entusiasmo del Sacchetti e della sua brigata per Carlo di Durazzo, « bello, grande e gentile » (Sermoni cit., pp. 248, 269 e 272). Non crediamo che tale entusiasmo si determinasse più tardi a Firenze. Pensiamo piuttosto agli anni 1366-1368 quando il duca teneva corte a Zara e vi riceveva i meglio ingegni. Della brigata saranno certamente stati Giovanni degli Uguccioni e Franco Sacchetti. Ci ha portato un po’ lontano la recensione della nota sacchettiana dello Sk. Non ci dispiace però di aver anticipato qualche notizia e comunicato qualche conclusione di un lavoro sui Fiorentini in Dalmazia che un giorno speriamo di compiere. G. Praga G. ÒREMOSNIK, Isioriski spomenici Dubrovackog arhiva, s. Ili, sv. 1 : Kancelariski i no-tarìski spisi, 1278■ 1301 (Monumenta historica archivi Ragusini, s. Ili, f. 1 : Acta Cancellariae et Notariae annorum 1278-1301), nella collez. « Zbomik za istoriju, jezik i knjisievnost srpskog naroda », sez. Ili, Belgrado, R. Accademia di Serbia, 1932, pp. XXXII-222 e VI tav. di facsimili. Non è, come potrebbero far credere il titolo e la natura della collezione nella quale il volume è stato accolto, un diplomatario, ma una semplice raccolta di documenti ed estratti per servire alla storia delle relazioni tra Ragusa e la Schiavonia, «la medioevale sfera d’interessi ragusea, alla quale oggi approssimativamente corrisponde il territorio della Serbia, della Bosnia, dell'Erzegovina e del Montenegro », come spiega ed intende l’editore. Non quindi opera utile alla storia di Ragusa, che vi appare solo in un limitatissimo aspetto, ma dei suoi traffici verso oriente. A questa ristrettezza d'argomento corrisponde, naturalmente, la esiguità del materiale potuto raccogliere. Sono, tra note e documenti, apparentemente 482 numeri, che però bisogna ridurre a 190, poiché ben 292 note si riferiscono a comprita o cessione di schiave e schiavi oriundi dalle regioni fatte oggetto della ricerca. Quello che costituisce una novità è che per la prima volta si presenti, con un certo sistema, un complesso di atti notarili e cancellereschi dell'Archivio di Ragusa, sinora trascurati in confronto degli atti diplomatici e delle riformazioni dei consigli. Ma è proprio questa novità che ci fa riconoscere la manchevolezza e quasi la inutilità del lavoro. Perchè, o era nelle intenzioni dell’ editore di presentare gli atti riferentisi alle relazioni di Ragusa con la Schiavonia, e allora certamente il fine non è raggiunto ove si pensi che il più e il meglio del materiale è compreso in altre serie e in altri registri; o egli voleva farsi editore degli atti notarili e cancellereschi, e allora questo saggio è insufficiente a mostrarcene la natura e il valore Non come un diplomatario questo materiale doveva essere presentato, ma poteva tutto al più figurare come appendice a un lavoro storico sulle relazioni commerciali tra Ragusa e la Serbia. Quanto al complesso di notizie storicamente utili che è possibile ricavarne, va osservato che il meglio venne già reso noto dal Jirecek nelle note monografie sui commerci di Ragusa coi Balcani e poi pubblicato negli Acta Albaniae. Passando, dopo queste considerazioni generali, a riguardare l’edizione nella sua esecuzione scientifica, dobbiamo, soprattutto dal lato paleografico e diplomatico, ss