289 KDxrvii, giugno. 290 carga de olio, le quale andavano in Alexandria. La terza nave è da Corfú, partionevòli li Avrami, la qual andava a Salonichi a cargar forinenli; et ancor Ire schirazi, uno di qual andava a Conslanlinopoli cargo de olio : et come fussemo cerca miglia 25 in mare, se levò vento molto furioso da ostro et garbin, per modo che fussemo astrecti ritornare. Et non vole-semo andar al Zante; ma andasemo a la Naia porto sopra ditta insula del Zante in miglior levala. Come se dice, vene in dillo porlo ancor tulle le nave et schirazi sopraditli, et feceno bene perchè la seguente notte fece una grandissima fortuna di vento, mare et impetuosissima tempesta, la qual fu tanto terribile che buso la tenda de la nostra galia credo in più di cento lochi. Convenissemo dimorar de li fino a li 4 Aprii. Il qual zorno se levassemo dal ditto porto de la Nata, et subito da poi il nostro levar feceno ancor vela li sopraditi navili, zoè nave et schirazi, et tulli andorono a suo camino, sì che a la quarta volta che si levasemo de l’insula dii Zante ' ne fu permesso a seguir il nostro viagio ; che certo è stata cosa di nostra grandissima molestia, che tre volte habiamo convenuto ritornare a drieto in uno ¡stesso loco. Levati da la Nata a li 4, a li 8 gionge' semo a Napoli di Romania per far impalmar la galia 190* Contarina,soracomitosier Andrea,la qual è sta ritrovala assai mal conditionata ancorcheal’Arsenal fusse sta conzà di novo. In alcuni lochi era sia impegolada senza le stope, et di qua procedeva che la galia feva aqua. Et quando si feva secar, se relrovava l’aqua chiara. La coperta feva danno per esser sii male calafatta. Credo al presente in l’Arsenal se lavora molto mal et di roba mollo cattiva ; et per il so-pracomilo è slà usala gran diligenlia. Siór Domene-go Zorzi soracomito, è in conserva, ha volta il seo, et la sua galia è mal conditionata. Poste tulle do le galie ad ordene, si levasemo a li 16 avanti giorno il magnifico Capitanio di le bastarde, il qual si levò cum nui dal Zante, quando rompesemo 1’ antena andò di longo a Cerigo et lì ne aspelò per acom-pagnarne alquanto avanti per securlà nostra. Et havendo inteso nui esser passati da Cao Malio, ne vene a relrovar a Napoli el di seguente con inten-lione de acompagnarne; ma perchè in Napoli ha vean bisogno di formenlo, il regimentó pregò dillo Capitanio volesse andar a ritrovar una nave da Napoli che havea cargà orzi et tormento apresso Napoli, da poi era andata per suplir al suo cargo a cargar valonie in lochi lurcheschi et farla andar a Napoli, et però lui se levò con la galia bastardela Malipiera che gionse il di precedente che veniva de Candia, I Diaríi di M. Sanuto. — Tom. XLV. che per fortuna si separò di la sua conserva Pixana, et lassò la galia "Bemba bastarda a Napoli vechio per securlà de la nostra galia Palmava. De lì partili da Napoli a li 16, con bon vento andasemo quel giorno al Damala, el essendo permezo el Castri, ve-desemo la nave Nana sopra la quale era li rectori de Napoli. Se aproxemasemo a lei cum le galie; li do Consieri et il Patron di la nave montorono in barca et veneno da mi, mi dixeno il baylo Pizamano esser amalato da cataro, et hebbi vostre lettere dì 27 Fevrer. A li 18 navigasemo con bon vento ; sì che deliberassemo star la notte seguento in mar con speranza di dover andar il seguente giorno in Streto a li castelli, et fesemo quella notte un bel camino. Come fu giorno, che fu a li 19, si messe la buora : podcvemo essere miglia 25 lunlan da Te-nedo : non potessemo seguir il nostro camino ; ma cum grandissima difficullà andasemo sopra la Natòlia ad uno loco eh’ è uno cargador de sali, et lì sorzescmo. Il di seguente se levasemo sperando a remi poter andar in Stretto ; ma se inforzò la buora, convenisemo sorger poco luntano dal primo loco, poi a li 23 si messe il vento da siroeo, si levasemo et andasemo a li castelli. Et havula immediate li-centia del castello, sequisemo il camino, et andasemo a Galipoli. Lassai la galia Zorza a li castelli con ordine dovesse inlrar dentro da li castelli, per- • chè cussi havea richiesto il castellano per magiore 191 securlà de la galia, el questo perchè li ordenai non se partisse senza altro mio ordine. Et questo ho faeto, perchè al presente sopra il mare si ritrova fusle di corsari christiani et ancor turche-schc, promelcnduli che gionlo fosse a Costantinopoli, subito li faria intendere quello lui havesse a fare, overo di expeclare overo di ritornarsi adrieto ; et tulio questo ho posto in scrillu^a. Ho facto questo perchè, gionlo sarò a Costantinopoli, se ve-derò di expedirmi subilo come spero, farlo aspelar el mio ritorno, se veramente non, li scriverò se debbi partir, perchè al mio ritorno si troverà gran numero di fuste sopra il mare. Non scio quello il ditto farà perchè il dimostrò haverlo molto per male, tanta è grande la inimicilia fra questi di So-pracomiti, che magiore non si potria dir. Il di se*’ guente si levassemo sperando di navigare ; ma poco da poi si mise una gagliarda buora che sforzali rilornasemo • Galipoli. Tandem, per forza di remi arivasemo a Costantinopoli: A di ultimo di Aprii zonzesemo a capo di la terra per farlo intender al magnifico missier Piero Zen, et conveni il di seguenle andar cum la galia al Sculari a ritrovar 19