— 150 — di constatare come i cittadini di Ragusa parlavano in quel tempo e come un letterato, quale il Darsa, scriveva (pag. 99-100). Il linguaggio è sempre adattato con finezza alla natura del pezzo, al carattere del personaggio, alla sua situazione e disposizione spirituale (pag. 110). Per i personaggi che non sono di Ragusa, il Darsa, seguendo l’esempio dei commediografi del tempo, riporta frasi e modi di dire caratteristici della loro parlata; cosi ci sono gli Erzegovesi, i Morlacchi, quelli di Cat-taro, di Curzola, un Croato, infine personaggi stranieri che parlano male lo slavo (pag. 117-118). Come si vede, tanta fedeltà al linguaggio corrente rende preziosissima la testimonianza del commediografo. Ma quello che maggiormente c’ interessa è la parte che ha l’italiano nelle sue opere. Parlano italiano naturalmente i personaggi originari dalla Penisola; lo storpiano con effetti comici, che potevano esser gustati solamente da chi l’italiano avesse nel sangue, alcuni stranieri (un Greco in Mande, Ugo Tedesco nel Dundo Maroje, un Greco-Albanese in Arkulin). Ma parlano alle volte italiano correntemente anche i « nostrani », cioè i Ragusei; regolarmente quando la scena è in Italia o quando trattano con personaggi italiani, e non solo i nobili, ma puranco serve e servi, gente del popolo. Lo parlano i Ragusei anche fra di loro, in determinate circostanze : ma lo usano anche quando ragioni artistiche non lo esigono, conversando o quando sono soli (pag. 118). Due figure comiche, Tripe e Arkulin, mettono fuori assai spesso parole e intere proposizioni italiane; quest’ultimo addirittura recita una canzonetta bilingue, di due versi in italiano e quattro in serbo-croato (pag. 118). Parlano italiano anche i personaggi seri; gli uomini, incontrandosi per strada si salutano in italiano: «Addio fratelli; Dundo, bon di; Ben trovato, misser ; O Vlaho bevegna ; Siate li ben venuti ; O ben trovato, Signor Marino ecc. ». Giustamente conchiude il Resetar: Poiché nelle commedie del Darsa i Ragusei o fra di loro o da soli parlano qualche parola o qualche breve proposizione in italiano e si salutano in italiano, non v’ è dubbio che ciò veramente fosse una cosa solita ; ce lo confermano anche i drammi del suo collega in letteratura Naie, dove s’incontrano non meno frequenti parole, proposizioni e interi versi in italiano (pag. 119). Prima di seguire il prof. Resetar nell’ analisi degli elementi neola-