105 MDXXVII, MAGGIO. 106 el sguizari 10 milia sono per descender in Italia, et za li é sta mandali li danari per levarli, con conditimi poi la Signoria contribuisi a la metà de la spe-xa. Et perchè questa spexa a questo tempo è mollo grande, scrive ha ver operato con il Re che la prima paga tutta questa Maestà la dagi, et poi la seconda la darà la'Signoria nostra, sichè haveino uno mexe di più tempo a proveder di danari per pagarli, el se sguizari starano mexi dispari, si pagerà tanto manco. Scrive, il capitolo de la impresa del reame è sta expedito ad vota, come di qui li fu scritto, zoè che la metà di tutto quello si aquisterà sia nostro, et l’altra metà del re Christianissimo, a la qual parie non venirà il duca di Milan, come da prima voleva il Re che’l venisse ; ma ben è sta con-sùltà che ditta impresa non si toy al presente, ma sii diferida quando parerà a li confederati. El questo è stà fallo per non mulliplicar tanto in la spexa, che ’I bisognasse per mancamento di danari dover soccomber questo Excellentissimo Dominio, et il duca di Milan paga la spexa per la porlion del Stato che P ha. 11 Duca non volse nominarlo di principali in la liga, perchè il suo oralor non havia commis-sion. Scrive, hozi tandem è stà sottoscritto a li capitoli, qual li manda de qui. Il Re voleva ditta confederation fosse promulgada ; io modestamente li dissi saria bon indusiar, perchè la loca alquanto il Papa senza di lui esser falla, nè li è risalvà loco ad intrar volendo ; ma il Re voi la sia publicà, perchè el stima questo sia de grandissimo honor et existimatione. I danari per la decima paga è stà inviati, et in spazio de 10 giorni la Signoria haverà 67* più di ducati 100 milia da questa Franza. De Ingil-terra si ha, esser stà sottoscritto il conlratto di le noze et volevano publicar il zorno di Apostoli, et poi si pubblicherà la liga tra questa Christianissima Maestà et la Signoria nostra. Scrive, il Re manda li danari in Italia per far 2000 archibusieri, quali siano mandati in Franza per far con quelli la liga contra fiamengi. 68 Sumari di lettere di Franza, da la corte da Paris, di primo, secondo et terzo Mazo 1527. Si ha come, essendo gionla la expedition per li ultimi capitoli facli fra Franza el venetiani, il Re la voleva far pubblicar con solennitate, et il Legato et nontio andorno dal Re. per pregar Sua Maestà volesse cessare di far pubblicare tal cosa, perché era molto in vergogna della Santità de No- stro Signore, atento non sapevano ancora quello havesse ad succedere per la suspozione con Barbone. Era venuto uno gentilomo de Ingillerra, et riportava se preparava lo apparato per pubblicare l’accordo facto con il Re et Ingilterra, et il giorno di Santo Georgio haveva concesso fusse facto reverentia et vista la fìola inglese da li oratori francesi, qual cosa non I’ havevano ancor vista, nè lassala vedere, et per dieta fìola fu parlato a li ambassatori parole in lingua francese et latina, et scripse et la fecero sonare de arpicordo. El prefato gentilomo diceva, come di novo veniva dui araldi con uno de lo Imperatore, quali andavano a notificare lo accordo facto tra- li dui Re, et domandare la relaxatione de li fioli con honesta taglia, et refutándolo intimarli la guerra ; la quale è conclusa di farla in Fiandria, et il re Anglese darà 10 milia scudi et 1000 cavalli al re di Franza per dieta guerra Di presente, il re Anglese passerà il mare per venire a lo abocamento con Franza. Ultra tulli li danari toca ad pagare al Re al mexe, ha mandato già ad Venelia 30 milia scudi, et 40 milia di presente son stati inviati per deponerli in Venetia. Il vescovo di Baiona va per ambasciatore del Re ad una dieta in Alemagna de li Elec-tori de lo Imperio. In lettere di V orator Navaier di Spagna, 68* date a dì 13 Aprii 1527, a Vaiadolit. Circa a queste corte, li grandi hanno dato la risposta a Cesare, che è stato il più in persuader Sua Maestà a far la pace con cristiani, contra li quali non vogliono sborsar uno quatrino, ma volendo Sua Maestà andar contra turchi, che tutti li andarano in persona et spenderanno quanto hanno; et così le corte cominziano a risolversi senza cavarne molti danari. Item, li oratori anglici, hessen-doli novamente venuto uno nontio di Anglia per questa causa, solicilorono Cesare' a la pace universale; dal quale haveano avuta si fredda risposta, che erano hormai quasi chiari che’l non la voglia. In lettere del ditto, di 16 ditto. Come le corte si erano risolute, che li episcopi haveano dato anche loro la risposta quasi conforme a quella delli grandi, senonchè sono pronti a dar danari per la impresa contra turchi, et contra altri per cui mancasse di far la pace ; il che non hanno detto li grandi, ma solim dissono che anduriano in