— 33 — esercitare il sacro ufficio di ospitalità, ho cercato alla meglio quello che potesse fare al caso vostro. La famiglia che appigiona le camere, e la cucina in comune, è d’uomini pazienti, come voi richiedete, ed umani. Non è la casa in luogo assai allegro, ma centrale. E in faccia alla casa de’ miei due cognati. La pigione è un po’ cara, forse per le presenti vostre circostanze, ma non per Corfù. Si tratta di un mese. Vedrò se potrò ridurla a quindici giorni, perchè possiate o continuare ad abitarla, o rinunziarla. Insomma farò il possibile ; ma vi prego di non ¡spingere tanto la vostra delicatezza da rendere inerte il desiderio anzi l'obbligo de’ vostri amici di alleviare possibilmente la vostra sventura. Addio. 11 vostro MUSTOXIDI Vi prego di dire al S.r De Camin, raccomandatomi da Emilio, che sarò lieto di far per lui cosa che gli sia gradita o necessaria. 21. - N. Tommaseo ad A. Mustoxidi 28 Ottobre 1849, Corfù. Caro Mustoxidi Verrei, quel giorno che voi foste costì, e meno occupato, a mostrarvi due parole, che ho scritto, di greco. Dite voi. Sarà cosa corta. A desinare non vengo ; ma mi darete per la seconda mia colazione quel che avrete alla mano. Verrò col Bulgari, s'egli potrà, giacché voi me lo profferiste a compagno Vostro Tommaseo 22. - N. Tommaseo ad A. Mustoxidi C[aro\ M[ustoxidi] Fate la sopracarta se manca il tempo di scrivere e rimandate; ed io imposterò ('). Raccomando caldamente il povero Masarachi (“’) che in patria non è sicuro. (') La corrispondenza del Tommaseo si faceva per più sicurezza con l’intermezzo del Mustoxidi; cfr. Carteggio Tommaseo-Capponi, III, p. 70 e 172. (2) Il Masarachi, compromesso verso gli Austriaci per i suoi sentimenti liberali, dovette rifugiarsi a Cefalonia. Non riuscito nella nomina di direttore nel seminario, accettò nel principio del 1851 la direzione della scuola commerciale di Chalki (dipendente dal Patriarcato di Costantinopoli) dove mori nel 1886, nominato poco prima vescovo titolare di Seleucia, 3