— 4i — nella nuova (attuale) cattedrale, non è bizantino e si riduce a ben poca cosa: una banda decorata con intrecci di vimini, un frammento di iconostasi e uno di pluteo con ornato a viticci e fiori, alcuni pezzi dell’occhio maggiore della facciata (demolito e rinnovato alcuni anni fa) con decorazione vitinea, e — forse — i capitelli delle due colonne prossime all’ingresso del tempio. Ma c’ è di più : in Zara e nel suo territorio sono numerosissimi i frammenti di tale decorazione che oggi con felicissimo pensiero è detta preromanica (protoromanica); sono transenne, plutei, archi di ciborio e di iconostasi, cornici, cimase, colonnine, capitelli ed altro, nei quali la fantasia del decoratore si sbizzarrisce in intrecci di vimini, fogliame, racemi, palme, fiori, animali che si rincorrono, pavoni, colombe, croci, vasi ed altri simboli; il Museo Nazionale di Zara è ricchissimo in esemplari di tale arte, su alcuni dei quali l’immancabile doratura del rilievo e la tinteggiatura dello sfondo all’atto del rinvenimento erano tanto conservati, che si sono potuti restaurare. Questi motivi decorativi si riscontrano da noi nei secoli V1I1-XII, in certe regioni sino al XIII, nella Penisola dal-l’Alpi a Capo Passero, e si ripetono, con qualche variante e preferenze dovute al gusto locale e a influssi secondari, su tutta questa costa orientale dell’ Adriatico. Questa arte preromanica, che si esplica particolarmente nella decorazione, in un tempo non lontano era considerata come bizantina, più tardi longobarda; da noi è detta bizantina ancora da molti, i quali giudicano l’arte del basso medio evo sulla scorta del Cattaneo, tenerissimo di Bisanzio. Nulla perciò di strano, se per i tanti resti di questa decorazione che si rinvengono a Zara, le nostre chiese antiche esistenti e le distrutte, e prima fra queste ultime la primitiva cattedrale, sono considerate bizantine. Non è infine da dimenticarsi, che nei numerosi manuali di Storia dell’Arte usciti in questi ultimi anni per i bisogni della scuola, mentre la decorazione preromanica vi è spesso totalmente trascurata, tra il periodo paleocristiano e il romanico viene posto il bizantino. Avviene così, che di una chiesa esistita anteriormente a un’ altra di stile romanico, da alcuni spesso si pensa che deve esser stata bizantina, tanto gli stili in una stessa regione devono manifestarsi nell’ ordine cronologico insegnatoci dalla Storia dell’Arte. Una cattedrale anteriore all’attuale sappiamo che esisteva; sappiamo che s’intitolava da S. Pietro dapprima, più tardi da S. Anastasia; certamente era di tipo basilicale e, come ci narra Costantino Porfirogenito, « aveva colonne verdi (di cipollino) e bianche, era tutta figurata di antiche pitture e aveva il pavimento a meraviglioso mosaico». Questo è quanto si sa di sicuro ; da parte nostra crediamo di poter aggiungere che in essa mancavano i caratteri particolari al gusto bizantino come nella struttura così nella decorazione.