— 267 - alla firma del Patto di Londra (26 Aprile 1915). Questi periodi si distinguono nettamente fra di loro ; e troviamo, nel primo, l’immediata, pressante, iniziativa del Governo Russo, dietro al quale sono Francia e Inghilterra. Iniziativa che si dovrà arrestare di fronte alla leale, ma ferma dichiarazione di attesa, fatta da San Giuliano. Nel secondo, un intenso lavorio tra le quinte dei futuri alleati, i quali, determinando 1 ambito delle concessioni da farsi ai Serbi, Greci e Bulgari, precisano il loro punto di vista nei riguardi dell’ Italia. Nel terzo, infine, lo svolgimento drammatico delle trattative finali (pag. 32). * * * Nel Capo Secondo viene descritta la prima fase diplomatica, caratterizzata dal-1 iniziativa dell’Intesa. In un primo tempo Isvolski, ambasciatore russo a Parigi, d’accordo con Poincaré, si mostra disposto a prometterci Valona e la libertà d’azione in Albania (pag. 33). Più tardi Sazonoff, ministro degli esteri russo, senza l’approvazione della Francia e dell’Inghilterra, vuole promettere che, dopo la guerra, Trento, i porti di Trieste e di Valona saranno annessi all’Italia (pag. 36). Sazonoff però, poco per volta, cambia la sua condotta e diventa sempre più ostile alle nostre rivendicazioni e al nostro intervento (pag. 41). « Di fronte a questi inviti ripetuti.., qual era la condotta del nostro governo ? Bisogna riconoscere ch’esso ebbe l’intuizione immediata del momento storico e del-l’inevitabilità del nostro intervento, ma gravi erano gli ostacoli da superare ». * * * Nel Capo Terzo è trattata la seconda fase, della preparazione diplomatica del-l’Italia e dell’ Intesa. I documenti venuti ora alla luce — dice il prof. Toscano — rivelano in tutta la sua estensione la grande finezza diplomatica ed il senso della realtà del Marchese di San Giuliano. In uno schema, senza indicazioni precise, scoperto negli archivi del Ministero Esteri di Pietrogrado, è detto al punto 2: « L’Inghilterra, la Francia e la Russia s’impegnano a riconoscere all’Italia il possesso di Valona, Trieste e di tutti i territori del Trentino che fossero occupati dalle truppe italiane al momento della firma della pace, come anche una situazione preponderante nel mare Adriatico, salvo la concessione di un accesso al mare da accordare alla Serbia entro limiti da stabilire »..... (pag. 51). Come probabile risposta a questo schema, di San Giuliano spedi un telegramma, nel quale v’ erano questi due punti : 5°) In caso di partecipazione alla guerra, l’Italia riceverà le provincie italiane dell’Austria, con una frontiera che seguirà il displuvio delle Alpi fino al Quarnero. A tale scopo sarà necessaria la nostra entrata in Dalmazia. 7°) Mi domando se e quali parti della Dalmazia dobbiamo occupare (pag. 53). « Quando —• prosegue il prof. Toscano — dopo il reciso atteggiamento italiano cessarono nell’Agosto 1914 le discussioni dirette circa le condizioni del nostro intervento, non per questo furono sospesi gli scambi dei punti di vista delle diplomazie dell’Intesa. Essi furono pertanto orientati, dietro i suggerimenti russi, intorno all'assetto futuro dei Balcani. Di fronte alle probabili richieste dell’Italia, si veniva cosi assumendo, implicitamente, una posizione che è necessario conoscere perchè si possa comprendere bene l’ atteggiamento tenuto dalla Russia durante le trattative di Londra e dai Jugoslavi alla Conferenza di Parigi. I Soviet hanno divulgato... un programma