— 183 — MlRKO DEANOVIC, Les influences italiennes sur l’ancienne littérature yougoslave du Lit- toral Adriatique, Parigi, 1934, p 23, estr da « Revue de littérature comparée ». Al prof. dott. Mirko Deanovic, cui da ultimo è stata conferita la cattedra d’italiano all’ università di Zagabria, dobbiamo tutta una serie di studi e articoli di letteratura italiana e di letteratura comparata italo-serbo-croata con speciale riguardo all’antica letteratura slava di Dalmazia ed alla sua «italianità». (Come si possa intendere tale voce, ha dimostrato per la letteratura polacca l’esimio prof. R. Pollak, L’italianità nella cultura polacca * Riv. di letter. slave», Roma, 1926, I, 1-2). Della sua attività e di alcune sue pubblicazioni abbiamo data notizia altrove (« Rivista di letterature slave », Roma, 1933, 5-6) Della sua recente pubblicazione su Riflessi del-l’ Accademia degli Arcadi nell’ oltre Adriatico (Odrazi talijanske Akademije degli Arcadi preko Jadrana, « Rad », 248, parte I) parleremo poi, quando ne sarà uscita la seconda parte. Qui invece ci soffermeremo sul suo ultimo saggio francese Les influences italiennes sur l’ancienne littérature yougoslave du Littoral Adriatique, apparso nel 1934 in « Revue de littérature comparée •> e pubblicato a parte anche come estratto. 11 suo saggio è tanto più interessante, in quanto viene a colmare una di quelle lacune che ricordammo prima a proposito dell’opera inglese di J. Torbarina sullo stesso argomento. L’importanza sua non sta però nella novità della materia o del metodo, ma nella chiarezza e nella concisione con cui sono riassunti tutti gli ultimi risultati conseguiti in questo campo da studiosi e specialisti sia jugoslavi che stranieri. Ci troviamo, quindi, di fronte ad uno dei soliti « grundriss » in miniatura, di fronte ad una specie di « bilancio » critico-bibliografico, in cui la ricerca erudita cede il posto alla sintesi, alla selezione, ed in cui da numerosi lavori particolari si ritraggono le conseguenze essenziali per stabilire il determinarsi, il crescere ed il declinare degli influssi italiani, per chiarire il loro valore storico-letterario, la loro fecondità o varietà. 1 criteri direttivi dell’ autore si esplicano nel circoscrivere i limiti e la portata di alcuni problemi, nel correggere certe impostazioni false di altri, nel distinguere debitamente i fattori principali da quelli secondari, nel moderare certe affermazioni esagerate, nel cercare la via di mezzo fra le « scuole » jugoslave ora in lotta fra loro (la critica storico-filologica e la critica storico-estetica, cioè i « vecchi » ed i < giovani •), infine nel seguire a modo proprio il corso delle lettere slave di Dalmazia. Il resto sa di compendio tradizionale, che l’A riveste della solita materia informativa secondo i risultati altrui, talvolta un po’ attenuati, altra volta un po’ accentuati da qualche inevitabile interpretazione personale. E se anche attraverso un tale panorama e nel corso di una densa ventina di pagine 1’ A. riesce a raccogliere, disporre e documentare tutta una serie ricca di notizie, di opere e di autori in modo chiaro, dotto e compassato, noi avremmo preferita un’altra visione di tale italianità ed il prof. Deanovic con le sue esperienze e con la sua cultura italiana ce l’avrebbe certamente potuta dare. Siamo convinti, per esempio, dato il noioso ripetersi dei soliti e ormai arcaici e cristallizzati quadri o prospetti riassuntivi e retrospettivi di tipo tedesco alla Croma (« Riflessi italiani nella letteratura serbo-croata », Roma, 1925), alla Bukàcek (« Le relazioni culturali ceco-italiane dalle origini all' epoca presente», Trieste, 1930), alla Calvi (Riflessi della cultura italiana tra gli Sloveni, « Con-viviurn », 1931), alla Lo Gatto (L'Italia nelle letterature slave, « Studi slavi », III, Roma, 1932) ecc. ecc., siamo convinti che una nuova illustrazione di detta italianità alla Farinelli (i suoi saggi su Dante in Germania, Spagna, Francia ecc.), alla Del Balzo