393 mdxxvii, a passar inimici. Et se intese a questo modo esser passato più di 80 milia stara in questo anno, li qualli sono di sier Bernardo Contarmi qu. sier Theodosio, sier Toma Donado qu. sier Nicolò, sier Jacomo di Cavali qu. sier Francesco, sier Marin Pixani fo di sier Antonio, sier Zuan Enzo qu. sier Beneto ... El fo prineipià a lezer li processi, et non compiti, remessi a Venare. Et sarà preso di relenirli. Adì 27. La matina. Non fo lelere da conio : Veneno in collegio il prolhonario Caxalio et il fratello cavalier Caxalio orator del re Anglico, et partono zercha le presente occorrentie. El qual cavalier partirà fin 4 /.orni per Pranza. Vene il Legalo et monstrò una lettera dì campo del Vizardino di 22, aercha il partir del Capilanio zeneral et di le terre di la Cliiesia ; el qui fo parlalo assai. Bi Ravenna, fo lettere di 24 di Alexandro dì Gavardo. Come, hessendo andato quel zorno Zuan di Naldo con li soi cavalli el Marco Antonio di Faenza contestabile con lì fanti et li altri verso Codignola dov^ erano inimici, il qual locho si lien per l’Imperator, et ussiti fuora quel capilano hy-spano con alcuni di soi, et fono alle man, fu morto il capilanio di bandiera di uno archibuso et lui capitanio ferito ; morti 7 de inimici, uno deli nostri ; et manda la lettera li scrive detto Zuan di Naldo di questo. Veneno li parenti et cugnati di sier Zuan Viluri proveditor zeneral in campo, suplichando sia dà licentia che’l possi venir a varir perché non si poi exércilar per il suo mal à nel piede; unde il Serenissimo con il Collegio li disseno che si meleria hozi la parte in Pregadi di darli licentia che’l possi venir a repatriar. 261 Sumario di una lettera dal campo di To-schana data alli 21 di Zugno 1527, scrita per don Antonio Valara da Parma al signor messier Hironimo Savorgnan. Narra il camino ha fatto lo exercito nostro. lo giuro a Dio, che di poi molti anni in qua li sòldati non palileno mai tanto di quel si patite adesso, el maxime dalli tempi strani quali sono occorsi, et fredi grandissimi quali fin hora son stati ; sichè di tutto si patise. Anchora non s’è segato le biave, per non esser siate mature per li tempi diversi. Dapoi se partissemo da l’ixola, che fu adì do di Zugno, havemo fato questi alozamenti, videlicct , giugno. 394 da P Isola venissemo a Monterosso, et venissemo a Vetrala. Da Velrala,dove li vene la nova che'l Papa sì era acordato et reso con taia di 400 milia ducati. Item, el signor Renzo insieme con el signor Ilo-ratio Baion vene ali 9 del soprascritto al campo. El dì sequente se partissemo da Vetrala et venissemo a Viterbo, et lì si stele zorni 3. Da Viterbo se veno a Bolsena, et lì si siete zorni 4. Se partissemo da Bolsena, venissemo sopra Orvieto 4’milia a un castello se domanda la Cofbara, el lì se partissemo el zorno del gloriosissimo corpo di Chrislo, et an-dassemo di sotto ila Orvieto tre milia dove ancora senio in quel locho. Pur si dice che domali se havemo a partire, e andare dove non si sa. El vostra signoria sia certa, che in tulli li lochi dove si va ogni cosa se mina. Zercha al viver nostro, pan quando si quando no, similmente del vin, et è carissimo ; de la carne non ne mancha, et se ne mangia il Venere el il Sabato, et questo si feva per la incomodità del pane. Zercha el dormire, havemo fato una temluza che sera piove più presto che altramente, et lì stemo al meglio che poleino, mangemo in terra, ben però con la (ovaia. Et se augureino del pan bianchoda caxa. Del dormir nostro in terra, alle volle erba et alle volle fen. Da poi disnar fo Pregadi, et ordinà Conseio di 262') X con tulle do le Zonle a bon hora per luor licentia di aprir alcune lettere al Pregadi. Bel campo, del Provedador zeneral Pixani fo lettere date a presso Figino, adi 23, liore . .. Come il Capilanio zeneral non era ancora partito, et era quietato, et resteria al campo. El scrive coloqui hauti insieme, ut in litteris. Ba Brexa, di rectori, di .... Come hanno avisi de le cose di sopra ut in litteris, et in execulion di la lettera scrilali per il Senato di dimandar a quella magnifica Comunità ducati IO milia ad imprestedo, fo chiama il suo Conseio. Et pregono quelli depuladi fosse Iella la lettera dila Signoria, et la lexeno. Et' posta la parte, ave 99 di sì, 9 di no, et quelle balofe di no fo perché alcuni non sentivano il modo di la exalion; con altre parole ut in litteris. Bi Ravenna, di Alexandro Gavardo vice colatemi eli Padoa, di 26, hore . . . Come il conle Guido Rangone, qual era al Porlo Cesenatico, li havia mandà adimandar una barella longa et una fusta in conserva perché el voi andar di ordine del (1) La carta 261 " i bianca.