— 113 — esortazione, perchè si risolva a seguire questa norma di vita meravigliosa e conchiude colla bellissima preghiera a Dio, ultimo grido della sua anima innamorata: «O amare, o morire! Questa l’unica grazia, che Vi chieggo per me e per chiunque scorrerà queste carte, sigillandole infine con quella supplica del vostro Servo, e mio in voi carissimo Padre, Ignazio di Lojola : Suscipe, Domine, universam meam libertaiem ! ». Anche da questa sommaria esposizione dell’opera il lettore facilmente potrà convincersi che non si tratta qui di un arido lavoro di teologia, in cui solo gli specialisti possano orientarsi; no, è un’opera in gran parte viva ancor oggi per chiunque senta religiosamente. L’autore, pur esponendo i più ardui problemi della vita interiore e della teologia dogmatica, si sforza di renderli piani ed accessibili anche a persone di media coltura (vedi p. e. tutto il primo volume). Logico e stringente nella discussione, non si perde quasi mai in astrazioni troppo difficili, non dimentica o abbandona il lettore, ma colla sua fantasia che lo spinge al concreto gli allevia la fatica di seguirlo, lo incoraggia e lo consola colle tenere effusioni del suo amore per il Bene supremo. L’esposizione, chiara e limpida, è continuamente confortata da citazioni di passi biblici e di autori sacri, scelti con criterio finissimo, che dimostra il suo pieno dominio di quell’immensa letteratura; si direbbe quasi che il Rogacci, servendosi cosi spesso delle loro parole, cerchi d’innamorare il lettore di quelle fonti inesauste di sapienza e pietà. Certo una cosa invano si cercherà nel suo lavoro : novità e originalità di idee. Le prove dell’esistenza di Dio, la dimostrazione delle divine perfezioni sono più o meno quelle di S. Tommaso e della sua scuola, come pure le dottrine più propriamente spirituali sono tolte dai grandi maestri antichi e moderni, tra i quali primeggiano— com’è naturale— S. Agostino, S. Teresa e S. Ignazio. Una ricerca delle fonti del suo pensiero riuscirebbe veramente utile, nè troppo difficile, date le abbondantissime citazioni che s’incontrano nel volume; il Rosan però non ha creduto di darcela nel suo studio. Ma sarebbe assolutamente fuori di luogo chiedere ad un’anima cosi fortemente radicata nel pensiero ufficiale della Chiesa, come era il Nostro, che si allontanasse dalla grande corrente della tradizione cattolica, in cui era stato educato. Tutto il pregio perciò della sua trattazione consiste nel 8