Il capitolo più interessante per noi dal lato sentimentale è il quarto, perchè in esso appaiono le richieste ufficiali italiane, anche riguardo alla Dalmazia. Un promemoria italiano del marzo 1915 dice al punto 5: «Spetterà pure all'Italia la provincia di Dalmazia secondo l’attuale sua delimitazione amministrativa, comprendente al nord Lisarica e Tribanj, e giungendo al sud fino al fiume Narenta, con inoltre la penisola di Sabbioncello, e tutte le isole giacenti al nord e ad ovest della Dalmazia stessa, da Premuda, Selve, Ulbo, Maon, Pago e Puntadura al nord, fino a Meleda al sud, compresevi S. Andrea, Busi, Lissa, Lesina, Curzola, Cazza e Lagosta con gli scogli vicini, nonché Pelagosa » (pag. 84). Colla riserva di asseggettare le richieste del nostro governo ad una valutazione critica, fatta alla stregua dei principi accolti nel Capo Primo, l’autore esamina l’atteggiamento dei tre governi dell’ intesa di fronte alle nostre domande. Ecco come Poincaré riassume le impressioni francesi : Delcassè ha esaminate, coi suoi servizi, le rivendicazioni territoriali dell’Italia. Egli stima, come me, che noi dobbiamo studiarle con benevolenza, ma vi sono tre punti che impongono delle serie riserve : l’occupazione della Dalmazia da parte dell’ Italia, la neutralizzazione dei territori slavi rimasti al Montenegro e alla Serbia, la ricostituzione di un’ Albania mussulmana. Incoraggiare l’Italia, nulla di meglio ma, tuttavia, non scoraggiare la Serbia, che sta lottando così faticosamente laggiù per la sua esistenza nazionale (pag. 88). Quanto alla Russia, era da prevedere che da lei sarebbero venuti i maggiori ostacoli; a causa dell’atteggiamento di protettrice degli interessi slavi che essa aveva assunto... Sazonoff dichiarava a Grey di non poter accettare il su indicato punto 5 del promemoria, giacché temeva che, se le aspirazioni eccessive dell’ Italia riguardo alla costa orientale dell’Adriatico fossero realizzate, un conflitto sarebbe certo da prevedere in un avvenire prossimo più o meno tra l’Italia e i Serbi e i Croati di cui le rivendicazioni nazionali e gli interessi vitali verrebbero ad essere lesi. In conseguenza egli proponeva di fissare contemporaneamente la parte della costa dalmata da attribuire alla Serbia e al Montenegro. Quanto alla Serbia le sue idee erano queste; Perchè essa abbia un accesso al mare in proporzione col suo territorio, sarebbe necessario concederle il litorale dalmata, con le isole adiacenti, dall’imboccatura del Kerka alla frontiera montenegrina che passerebbe probabilmente un po’ a nord di Ragusa. Quanto al resto del litorale, dall’imboccatura del Kerka fino alla frontiera italiana presso Volosca, con le isole adiacenti, esso dovrebbe toccare alla Croazia, qualunque sia lo Stato del quale questa farà parte (pp. 89-90). A proposito di questa ostilità, Sonnino osservava in un dispaccio inviato a Carlotti il 21 marzo; dalle informazioni date da Soldatenkoff risulta che Sazonoff non è favorevole alle nostre aspirazioni verso la Dalmazia, accettando invece la nostra posizione in Albania. Ora le nostre aspirazioni circa la Dalmazia sono basate su ragioni di difesa militare per avere una posizione preponderante nell’Adriatico. Il signor Sazonoff nei negoziati dell’agosto scorso ammetteva la progettata cessione a noi della Dalmazia « da Zara a Ragusa » e noi abbiamo ritenuto che Sua Eccellenza non voglia fare difficoltà a questo progetto comprendente Ragusa. Noi insistiamo sul-l’acquisto della Dalmazia (pag. 90). Nel frattempo, a Parigi, Delcassè esprimeva ad Isvolski la propria convinzione che «l’Italia non avrebbe rinunciato per nulla al mondo alla Dalmazia ed in parti-