— 121 - rappresentanti ciascuno dell’ antica civiltà italiana nelle rispettive città, e quasi interpreti dell’anima dei fratelli, fossero tra i più fervorosi preparatori del Centenario, fin da quando n’era stata lanciata l’idea. * * * Il 6 dicembre 1863, Giulio Solitro nel giornale L'Apuano, che si stampava a Massa, in lettera al direttore, scriveva fra altro : «....A proposito di Dante e della di lei Toscana (quante cose ci « metto di soppiatto in questo di lei; sino uno dei sette peccati mortali), « lessi con molto piacere una lettera del signor Corsini di Firenze, nella « quale, tra varie cose, tutte belle, che propone per il Centenario, c’è questa, «che l’Italia conviti alla festa l’Europa. N’ebbi piacere, non solo perchè «questo pensiero m’era venuto da due anni, ma perchè sperai eh’essa « lettera, ristampata, come vidi, in più d’ un giornale, potess’ essere « come un punto guadagnato verso l’effettuazione di quel desiderio, o « sogno. E vuol sentire un altro sogno ? Se in Dante è il pensiero dei « giorni presenti, e per assai riguardi, la presente e avvenire civiltà del-« l’Italia e dell’Europa; il sogno sarebbe che si dovesse far arrivare il « di lui nome alla coscienza della Nazione nel più solenne modo che si « può, vale a dire per una legge. Il Parlamento dovrebbe decretare che «l’anniversario dello Statuto, invece di venire nella prima domenica di «Giugno, venisse dai 1865 nella prima del dì 21 di Maggio, e dire il « perchè, di questa, apparentemente lieve, mutazione. Le Memorie che « voglionsi presentemente perpetuare coll’ anniversario, perdono quello che « hanno d’unico nella storia, se rimangono isolate dalle memorie di cui « sono un frutto. Di tutto il mondo moderno, è gloria e fortuna della « sola Italia, di poter affermare se stessa, non coi quindici ultimi anni « della sua storia politica, ma co’ secento della sua storia letteraria « (6 die. ’63). Prof. Giulio Solitro ». A sua volta il Tommaseo nel Giornate del Centenario, pubblicato a Firenze nel biennio 1864-65, sotto la direzione di Guido Corsini, segretario della Commissione dei festeggiamenti, nel numero 1.° del 10 febbraio 1864, nella rubrica assegnata alle proposte del pubblico, col titolo « Modo di celebrare il Centenario di Dante » proponeva si musicassero alcuni versi del Poeta trascegliendo i più adatti, e commettendone l’incarico a più artisti, posti così quasi in gara fra loro; e in lettera a Giovanni Salghetti, ivi stesso pubblicata, indicava quali parti della Commedia paressero a lui più musicabili e opportune.