- 51 - Il tetto e l arcane del 1780. I restauri del duomo intrapresi dal Governo austriaco alla vigilia della guerra mondiale, e interrotti in seguito alla chiamata sotto le armi della mano d’opera, furono ripresi dal Governo Nazionale nel 1926. In questo secondo periodo di attività abbiamo avuto l’opportunità, anche perchè incaricati di sorvegliare i lavori, di constatare alcune circostanze che ci sembrano di sommo interesse per la storia del nostro maggior tempio. II programma primitivo dei lavori fu allargato; fu deciso di abbattere anche il soffitto barocco del presbiterio; di condurre a termine la demolizione del grande arcone settecentesco che segnava la separazione del presbiterio dal resto della chiesa (risoluzione cui il cessato regime dapprima si opponeva, basandosi sul principio, più economico che giusto, che ciò che in un edificio i secoli aggiungono di nuovo, trascorso un certo tempo, vi acquista il diritto di coesistenza con l’antico); di alleggerire la formidabile e pesante struttura delle capriate del tetto e lasciarle visibili ; di riaprire l’occhio superiore della facciata e la finestra rotonda del lato minore opposto, che sino allora rimanevano nascosti tra il tetto e il soffitto; di murare gli orribili finestroni semicircolari della navata di mezzo e riaprire le antiche finestrelle centinate. Demolito il soffitto soprastante al presbiterio, si trovò che i puntoni dell'ultima capriata, nel punto in cui venivano a formare il vertice del tetto, s’addossavano alla cornice interna della finestra rotonda nascondendone un segmento superiore. Poiché sarebbe stato assurdo ammettere che il vertice del tetto fosse sempre cosi basso, non restava che constatare una bruttura di più inflitta alla basilica nei * restauri e abbellimenti » voluti dall’Arcivescovo Carsana nel 1780, bruttura che ad ogni modo scompariva sotto il soffitto costruito in quell’anno. Risultava in pari tempo che gli spioventi del tetto più antico, il quale indubbiamente avrà rispettato e il lume e la cornice dell’occhio, a raggiungere questo scopo devono aver formato un angolo più acuto, oppure che, formando essi sino dal-1’ origine l’angolo che fu poi mantenuto, questo saliva più alto per una maggior altezza dei muri della navata; in tutti e due i casi la cornice interna della finestra restava perfettamente libera. Tolto anche il più recente strato d’intonaco da quella parete cuspidata, furono scoperti, tra altre tracce di affreschi, abbondanti resti di un fregio che girava intorno alla cornice della finestra rotonda; nella sua parte superiore anche questo fregio restava nascosto sotto i puntoni della capriata, al pari, cioè, della cornice. Smontato anche il tetto per rifarlo