— 359 - se manifeste d’après la manière bénéventaine, d’après celle de lettres capitales romaines, celle des onciales grecques, celle de certaines minuscules indéterminées et peut être, même de la tachygraphie, la tendence de la nouvelle écriture slave, ce qu’on ne peut expliquer qu’à l’aide de la caractéristique fondamentale de l’écriture cyrillique. Cela est important parce que ce phénomène a surgi sur un térriroire où, en même temps, c’est formée la nouvelle écriture glagoli-tique angulaire-croate. Cette hypothèse (fondée seulement sur 14 lettres) sera-t-elle bien prouvée : alors la différence des formes graphiques sur un territoire si étroit sera non seulement un fort argument pour les tendences graphico*artistiques de cette époque, mais aussi pour les forces psychiques qui mouvaient le scribe croate afin qu’ il put résoudre de nouveaux problèmes graphiques ». E dire che tutto questo non è che il più turpe degli imbrogli 1 Il Novak, ebbro della sua audacia, incoraggiato forse dalla constatazione che nella vecchia e cattiva edizione del Migne (Patr. lat., t. XXVI, Parigi, 1845, col. 1272, riga A 4) quelle lettere non esistono, ha creduto di poter impunemente commettere la mala azione fidando nella certezza che mai nessuno avrebbe potuto dimostrargli che quelle non sono due parole slave. Invece la tremenda Nemesi della scienza si è vendicata. Ci ha fatto trovare nell’Archivio di Stato in Zara quel « Breviarium in Psalmos », con il quale il cosiddetto « Liber psalmorum » spalatino è in strettissimo nesso. Studiandolo, prima che come monumento paleografico, come monumento letterario, siamo stati messi sulle traccie del testo geronimiano trascritto dal diacono Maione. Nella difficile ricerca ci aiutarono il padre Alberto Vaccari S. J. dell’istituto Biblico Pontificio fornendoci tutte le indicazioni necessarie, e il padre Filiberto Schmitz dell’abbazia di Maredsous inviandocene la edizione critica procurata nel 1897 dal p. Germano Morin. Ebbene, nella edizione critica del Morin al posto della « Svetost Uresna » si legge « et VJroavrjQiy/xa » ! (*). Ecco il fondamento della croaticità del diacono Maione ! Ecco, non la erudizione, ma la onestà del Novak ! Ecco il valore della Scriptura Beneventana /Via dunque dalle enciclopedie jugoslave il nome del croato diacono Maione, via le mani falsificatrici dalla beneventana dalmatica I * * * Torniamo al Barada, che ci ha rimproverato di aver plagiato e diluito il Lehmann, al Barada al quale ha dato sui nervi la nostra « grandezza ». (*) SANCTI HlERONYMI PRESBYTERI, Tractatus sive Homiliae in Psalmos, in Marci evangelium aliaque varia argumenia ed. d. Germanus Morin, in « Anedocta Maredsolana », voi. Ili, pars II, Maredsous 1897, pag. 222, 28-29: «Hoc totum quare dixi? Quia quasi funda-mentum est et VJtOO'VTjQtyflCL ascendentibus ad maiora».