296') 296* 447 hdxxvii, A dì 4. La matina, venne in Colegio 1’ orator del principe archiduca d’ Austria el re di Eolie-mia, dicendo come era slà retenute alcune lettere del serenissimo suo Principe che li veniva . . . Veneno l’orator di Anglia con il fratelo cava-lier Caxalio, era orator a Roma. Di campo, da Oriezo, del proveditor generai Contarini, di primo, liore 18. Nulla da conto. Le cose sono, al solilo. Inimici se ingrossano ; nè altro da conto vi fue. Di Ravena, di Alexandro Guvardo vice colatemi, di primo. Come il castellai) haven-do tollo li do ciladini in castelo con dir voleva andar a Cesena a parlar al vice legalo Vizar-dino insieme con do ciladini di Ravenna, come fo in camino, tolse la volta di Fiorenza el remandò indrio li ciladini ; unde nostri, visto esser delusi, et in castelo esser suo nepote con 11 solo, haveano terminato haver dilla roclia el farli uno bastion avanti la porla del soccorso, et ordinalo di danari hanno, far altri 500 fanti. Di Verona, fo lettere di rectori con alcuni avisi di le cose di sopra, ma si fa prepara-tion pnr la impresa di Hongaria. Noto. Maistro Damian da Veniexia di l’ordine di San Zane Polo et excelente predicalor, mandoe a far una oblation a la Signoria, che se li dagi il vescoà di Trevixo, voi donar ducali 10 milia, el prestar ducali 1000 al Monle del subsidio, con questo lui habbi l’inlrade questo anno. Vene sul lardi la duchessa di Urbiu in palazo del Serenissimo, dove si redusè li Consieri, Savii del Conseio et terraferma el Cai del Conseio di X. Era con le sue damisele, et missier Baldo Anlonio oralor del signor Duca et.... et sentala apresso il Serenissimo disse :.......... Da poi disnar, fo ordinato Conseio di X con tutte doe le Zonte et Pregadi, qual reduto, il conseio di Pregadi comenza a lezer lettere che assà erano. Fo chiami in Quaranlia il Conseio di X con tulle do le Zonte, et fono sopra la materia che heri fo deliberala venir al Pregadi : ma era in dubio se era preso o non, perchè alcuni di Coli) Lo carta Ì95 * è bianca. , LOGLIO. 448 legio non volevano per niente propalar tal cossa. Bor fu preso iterum et termini dì aprirla do-man ; et licenliala la prima Zonla, restò la secunda. Fu preso tuor ducati 3000 di la Zeeha per expedir il capitanio zeneral, quai veleno darli il baston questa altra selimana. Fo ledo la parte di far do Pi;oveditori uno di qua da Menzo et uno di li, aaò fermenti non va-dino fuora di territori!, per scuriimo in questo Conseio, con ducati 50 al mexe per spexe et 4 cavali, et sier Francesco Marzelo el consier voleva far uno terzo in Trivixana el Friul ; sichè non fo mandi la parte. Di campo, di Oriczo, del Proveditor zene- 297 ral Contarini, di 2, liore 20, fo lettere. Nulla< da conto. Che inimici non fevano movesla. Di campo, da la Pieve, del proveditor Pi-xani, di primo, liore .... Come il marchexe di Saluzo voleva la Signoria noslra pagasse la meli di sguizari et grisoni per numero 600 l’ha, da Mazo in qua, come era il dover. Scrive coloquii hauti col Capitanio zeneral, qual dice non volersi impazar et lassa il cargo a lui, et vede esser fallo poca exislimatione de lui, et che ’1 non serve la Signoria per amor ma per suo honor ; con altre parole di mala natura ; et che ’1 vede quelo l’ordina non è ubedito, et li soi maistri del campo in Lombardia erano sii cassi et messi altri, con altre parole che inversiò il Conseio. Fo ledo do lettere zerca le fuste di mori in Golfo, una di Cataro del Proveditor. Il sum-mario scrìverò di sodo. Et da Dulzigno, di sier Hironimo da Canal capitanio al Golfo, di 13. Come era con-zonto con l’armada di Ragusi, volendo seguitar esse fuste, qual 21 erano ite verso la ... . havia preso uno nostro navilio veniva di Candia. Fo ledo certe deposition di le cose di Bonga-ria, la copia di le qual scriverò di sotto. Da Zara, di rectori. Come quel sanzaco ha-vea fallo restituir alcune anime di nostri subditi prese a la coraria fu fata per essi turchi verso Obroviza, ut in litteris. El cussi ledo le lettere fo licentii il Pregadi, et restò Conseio di X con la secunda Zonla, conio ho dillo. A dì 5. La mattina, fo lettere di Ravenna, di heri, di Alexandro Guardo vice colatemi. Como li Rasponi con certo numero di zente erano venuti per tuor le loro intrade eie. Nolo. Heri in Conseio di X con la Zonla fu