- Ili - rezza nello stabilire i rapporti tra questi movimenti e le idee del Rogacci; enumerare le varie forme delle dottrine eterodosse dell’epoca, senza metterle in relazione diretta colle affermazioni del Nostro giova poco, nè il lettore inesperto in tale materia può da solo supplirvi. L’argomento della terza parte dell’opera, secondo la lettera a Mons. Prini, è dell’«amore effettivo, che per gusto al suo amato non perdona a fatiche e pentimenti, ma insaziabilmente si stende ad ogni esercizio più duro della virtù ». Così dalle premesse esposte nei primi due volumi l’autore trae ora le applicazioni e le conseguenze. E qui il Rogacci non poteva mancare di prender posizione contro le dottrine del Quietismo, assai diffuse proprio in quegli anni anche in Italia per mezzo di confraternite ed associazioni religiose. Nel 1676 aveva visto la luce la famosa Guida spirituale di Michele Molinos; del ’82 è la lettera del cardinale Caraccioli ad Innocenzo XI sulla diffusione delle nuove dottrine; del ’87 la condanna di Pier Matteo Petrucci, vescovo di Jesi e fautore dei nuovi indirizzi spirituali ('). Il verbo del nuovo e pericoloso misticismo, che portava la vita interiore all’annientamento e alla passività completa di tutte le facoltà dello spirito e voleva l’intelletto spoglio di ogni luce, la volontà di tutte le mozioni ed affetti, la memoria di tutte le immagini, per farli nascere così alla vita di Dio, che in tal modo si sostituisce a quella dell’uomo, era agli antipodi dell’ideale attivista e volontarista del Rogacci, che abbiamo già conosciuto nell’ Euthymia. La vita perfetta secondo i Quietisti si riduceva in ultima analisi alla perfetta inerzia, alla morte mistica, rendendo cosi inutile ogni sforzo di purificazione, ogni atto di virtù, ogni lotta colle tentazioni. Per il Rogacci invece le operazioni virtuose necessariamente derivano dall’amore perfetto e ne sono la sua attuazione nel tempo. Il carattere dunque di quest’ultima parte è essenzialmente pratico: il Nostro, avvicinandosi ancor più all’anima del lettore, cerca di trascinarlo ai tre gradi eroici dell’ amore divino, in cui consiste la perfezione della vita cristiana. (‘) Sut Quietismo cfr. Portalupi, op. cit., pag. 265-276; Pourrai: La spiritualité chrétienne, vol. IV.