- 378 - allo scoppio della guerra fra l’Italia e l’Austria. Coinvolto assieme ad altri egregi patriotti in un processo di alto tradimento, fu esiliato a Pulkan, ai confini della Moravia, dove languì sino all’armistizio. Ritornato a Zara riprese la vita giornalistica dirigendo prima La Voce Dalmatica, poi II Corriera della Dalmazia e infine II Littorio Dalmatico. E morì sulla breccia, mentre stava dettando per II Littorio Dalmatico una delle sue rievocazioni storiche dirette a mettere in luce la combattuta italianità della Dalmazia. /. t. m Nel gennaio 1930, moriva a Roma, Giacomo Marcocchia, studioso di notevole fama e patriota nobilissimo. Soffrendo persecuzioni servì sempre con fermo coraggio la causa Dalmatica nella nativa Spalato e nelle diverse sedi della penisola dove poi lo chiamò la fiducia del Ministero della Educazione Nazionale. Come studioso estese gli interessi del suo spirito meditativo ai più disparati campi dello scibile. Epperò abbiamo di lui scritti di matematica, di filosofia, di storia, studi critici pregevolissimi su autori italiani e stranieri, come ad esempio lo studio sul teatro di Ibsen, premesso alla sua traduzione del « Piccolo Eyolf » che conserva tutta I' accorata soavità del-l’originale. Ma il costante tormento della sua anima fu la sorte della sua Spalato, e per lei s’improvvisò erudito storico e paziente indagatore del suo passato. La sua passione erompe in una quantità di articoli su riviste e giornali, in conferenze e discorsi di propaganda e culmina nel suo ultimo lavoro rimasto incompiuto, perchè troncato dalla sua morte improvvisa, Lineamenti di una storia di Spalato, eh’ è un modello di esposizione storica e di chiara e acuta valutazione degli avvenimenti. /. t. '«■k Uscito dalle gloriose falangi di quegli studenti che negli atri delle università, nelle vie e nelle piazze di Vienna e di Qraz, sostennero impavidi le dure lotte per i conculcati nostri diritti ad una università italiana a Trieste, il prof. Silvio Pasini-Marchi, deceduto nella sua Zara il 30 marzo 1931, fu soprattutto un uomo di scuola, e trasfuse con l’opera appassionata e indefessa l’amore ardente per l’Italia negli scolari delle Scuole medie di Zara e particolarmente dell’Istituto Tecnico, dove insegnò senza risparmiarsi, ad onta degli amorevoli consigli di superiori e colleghi, fino quasi alla vigilia della sua giornata mortale. Minato già da più anni dal male che doveva ucciderlo appena quarantenne, condusse vita ritiratissima, tra la scuola e la casa; ma fu con noi a volere tenacemente istituita questa Società Dalmata di Storia Patria, di cui fu socio effettivo.