— 104 — Spontaneamente s’impone il confronto coll’opera analoga di S. Francesco di Sales : Traité de ramour de Dieu, anteriore di più di un secolo a quella del Rogaccl. Ma le differenze, sia nel piano generale del lavoro, che nello sviluppo degli argomenti e negli atteggiamenti particolari del pensiero del Nostro, balzano evidenti a un conoscitore della materia. Dall’ epoca del Santo francese lo spiritualismo cattolico aveva affrontato le deviazioni del Giansenismo e del Quietismo, che il Rogacci non poteva ignorare nella sua nuova opera. Nel DelFuno necessario, lavoro di ampio respiro, lungamente meditato e organicamente costruito sulle basi sicure della teologia cattolica, il Rogacci manifesta tutte le migliori doti del suo ingegno : intelletto robusto ed equilibrato, vasta coltura religiosa, profonda conoscenza del cuore umano, uniti a un candore spirituale tutto suo, a una calda simpatia per gli uomini e a quell’intenso fervore mistico, da cui fu sempre animato, ma particolarmente negli anni di raccoglimento e di pace, mentre era maestro di ascetica ai novizi di S. Andrea. Scritta in un italiano semplice e corretto, con stile piano ma robusto e generalmente privo delle bizzarrie e leziosaggini, da cui spesso non seppe preservarsi la letteratura religiosa del tempo, animato alle volte da calda eloquenza che sgorga spontanea ed abbondante dal suo animo commosso alla contemplazione delle cose divine, quest’opera doveva meritare al Nostro un posto cospicuo tra i maestri della vita spirituale del secolo. Al Rosan è sfuggito il nesso che lega L’uno necessario col poemetto latino testé esaminato; ma il nesso esiste e strettissimo. Nè ciò può far meraviglia in uno scrittore disciplinato da una così stringente logica interiore, quale fu il Rogacci. Se coll’Euthymia l’educatore cattolico mirava a distogliere i contemporanei dai fallaci miraggi dei beni terreni, guidandoli a combattere quelli che sono i nemici della nostra pace e felicità, formando in essi un carattere forte e sereno; col presente lavoro insegna all’uomo moralmente rigenerato a impennare le ali dell’anima e a salire coraggiosamente ai vertici purissimi della perfezione cristiana. L’Euthymia può considerarsi dunque come un lavoro preparatorio al grande tempio della mistica, che schiude i suoi battenti ai lettori aell’ Uno necessario. Gli ultimi versi del poemetto latino, così profondamente pervasi dal sentimento dell’ amore di Dio, ce lo facevano già intravvedere.