- 131 — non già dall’ italiano (p. e. liganj < lolligo ; racun < ratio ; kosulja < casul(u)la). Questi tre fattori ebbero per conseguenza che dal secolo XI nei documenti cittadini i nomi slavi diventano numerosi ; la penetrazione slava nelle città dovette iniziarsi, secondo la teoria ‘dello Skok, almeno due secoli prima, e fu così forte che nel corso dei secoli i caratteristici nomi romano-dalmatici quasi completamente scomparvero. Studiando i cognomi degli odierni Italiani di Veglia si constata però che sono generalmente slavi ; il prof. Skok riconosce da ciò che gli Slavi in questa città si erano romanizzati. Fuori della città accadde l’inverso, a giudicare dai nomi italiani (non dalmatici) slavizzati, o portati da Slavi (Morozin, Depope, Baldigara, Jedrlinic < Andreolini, Orsic, Feretic) (cap. 5). Nel capitolo seguente l’autore studia l’apparizione dei nomi slavi nelle città durante i secoli XI e XII. Essi si adattano alla pronuncia neolatina (Dobre > Dabrus ; Slavo > Slabba ; Boljeslava > Ballisclava), alle volte ricevono suffissi romanici (Prodan > Prodanellus; Bogdan> Bogda-nello); spesso si trovano in forma ipocoristica, e il fatto per l’autore è una prova eloquentissima che furono donne slave maritate con Neolatini a diffonderli nelle città e a divulgare cosi la lingua slava nelle famiglie romaniche. Esse contribuirono, sempre secondo la teoria dello Skok, a slavizzare i nomi neolatini, che appaiono anche nella forma ipocoristica slava (Salvius > Salbe, Lampridius > Lampre, Dominicus > Menze), 0 con suffissi slavi (Pasqualis > Paskoje, Petrus > Petragna, Petronia), 0 addirittura sono tradotti in slavo (Deodatus > Bogdan); da ultimo alcuni nomi sono composti da elementi cristiano-romanici e slavi (Kresimir < Cressius < Chry-sogonus). Questi fenomeni — conchiude il prof. Skok — si spiegano unicamente ammettendo che nelle città dalmatiche (') regnava in quell’epoca (quale ?) un completo bilinguismo: nella famiglia il serbo-croato, nella vita pubblica il neo-latino e più tardi l’italiano. Quest’ idea diventa il caposaldo di tutte le considerazioni che seguono (cap. 6). (') Veramente l'autore scrive nelle famiglie (u dalmatinskim porodicama), ma evidentemente si tratta di una svista, che sta in contraddizione con quanto segue.