200 Un’ altra bella novità fu il dramma in versi di lampo Cabianca: V Ultimo dei Ko-nigsmark. Chi conosce le fraterne relazioni, che corrono tra 1’ autore e chi schicchera questi fogli, non esigerà certo da me, massime dopo quanto ne ha detto uno de’ più accreditati giornali, e qui medesimo fu riferito, un compiuto giudizio. Oltreché la cosa sarebbe perfettamente inutile, non m’ affido che il giudizio riuscisse intero ; poiché, e’ non dovrebbe accadere, ma pur succede così : quando il soggetto ci tocca, difficilmente libera rimane la mente. Anche senza volerlo, l’uomo si fa parziale. Ad ogni modo, non può negarsi, perch’ è materia di fatto, 1’ autore dipinse assai, bene nel dramma i tempi ed i costumi, fu fedele alla storia, e ciò appunto vale a scusare la soverchia crudezza d’alcune scene, da poi eh’ hanno immaginato di recar la storia, la storia in tutta la sua nudità, sulla scena. Il lamento di Sofia sulla propria misera condizione, con cui si chiude il ter/.’ atto, è cosa assai poetica, e pel concetto e pel verso, come assai drammatica e toccante per 1’ effetto. Il dialogo, in cui Elisabetta, la cortigiana col titolo di contessa, rinfaccia a Konigsmark la sua infedeltà, e gli