35 moto, è ogni anno una pruova maggiore che la fortuna di Venezia è ornai sull’ ascesa. VII. La serenata del 31 luglio [*). Chi immaginò d’illuminare le gondole nella serenata di venerdì, ebbe un’ idea felicissima : ei creò un nuovo spettacolo, sostituì la luce alle tenebre, convertì il bruno e confuso stuol delle barche in uno splendido ammanto, tempestò, come il cielo, di fuochi le acque. Il Canal grande s’ è visto in tutte le fogge : parato a festa con isfoggio d’ arazzi e damaschi ; rischiarato a’ balconi di faci, coperto, serrato dalla flotta giuliva delle barchette, bizzarramente addobbate ; s’ è visto, si vede nella semplice e consueta bellezza de’ suoi monumenti, quando, no’ silenzii e nella solitudine della notte, la luna si specchia ne’ suoi lisci e non interrotti cristalli : ma in nessuna guisa presentò mai un aspetto più immaginoso e fantastico, quanto in tal sera, tra le mille e mille velate fiammelle de’ legni, eh* ora, nelle (') Gazzetta del 6 agosto 1857.