76 gli amici ; riceve il Parini, rappresenta infine netta e schietta la scena simile del Mattino, tradotta in atto, sin ne’ pensieri. Ma che fa quivi, in mezzo a tali futilità e sì sconci capricci, P anima severa e gentil del Parini ? Com’ ei ci si adatta ? E quanto non era più da lui, e proprio alla dignità del suo carattere, anzi che porlo in compagnia sì difforme, collocarlo a petto de’Verri, del Beccaria, de’ Triulzi, degli Archinti, di quanti allora, con lui, illustravano la Lombardia ? Il Parini ci si rimpicciolisce. Egli, in mezzo a quella turba senza cervello ! Egli, testimonio indulgente di quello spettacolo di pazza confusione, quando tutti in una volta un canta, un suona, nn terzo recita, il marchese prende lezione di ballo, il giovilo signore, a incipriarsi la chioma, In picciolo stanzia con l’aere pugna! Il Parini ne perde alfin la pazienza ; si vede in luogo non suo, ed esce contro al suo eroe in quella sublime invettiva : Oh bravo ! oh forte ! Tale il grand’ avo tuo tra il fumo e il fuoco Orribile di Marte, furiando Gittossi ; con che ha fine la scena e il prim’ atto.