94 ciò anzi egli abusa, si sforza, e sforzandosi passa talor la misura. Non che ne faccia vana pompa ; ma 1’ azion lo trasporta, tanto si mette nel suo personaggio e lo pinge con vivaci colori. Per questo, quando non è concitato, soavissimo è il suo cantare, come nel primo tempo della sua cavatina ; come nell’ adagio della sua aria, ed anche più nella sublime melodia della cabaletta : Nel veder la tua costanza, che ci ricondusse a tempi assai indietro ; come ne’ due duetti con Anna, ov’ è mirabile per la passione che 1’ anima, per 1’ accento espressivo, e eh’ ei termina, massime il secondo, con la più squisita e superba cadenza : lo voglio Renderti vita e onor, che leva a rumore il teatro. La Filippi ha una piccola parte ; tutta la parte anzi si ristrigne alla bella romanza, sull’ arpa : Deh non voler costrignere A finta, gioia il viso ; nella quale non so se maggiori sieno i pregii della melodia o quelli del nobilissimo verso. Essa la cantò con vero artifizio d’ artista, e ne fu rimeritata d’ applausi. La sua voce è giusta, di perfetto contralto, ma forse non in tutto misurata alla vastità del teatro. L’ attrice, affatto giovinetta, nuova della scena, e che per la prima volta vestiva