32 La festa popolare, si sa, comincia la sera innanzi ; e fin dalle prime ore tutta la città fu in movimento. Mentre le fondamente della Giudecca eran folte, stipate di genté^tal calca s’ adunava nell’ opposta riva delle Zattere, che a mezza notte era perduta la speranza del-l’ avanzare o del retrocedere, e la gente colava lenta lenta pel ponte, coni’ acqua dalla strettezza del vaso impedita, che a goccia a goccia si versa. Il canale, a destra del ponte andando, ferme accoglieva ben cento e cento illuminate barchette, e quel gruppo di viva luce, in mezzo alle tenebre circostanti, a quando a quando accresciuto e mutato da fuochi del Bengala e da razzi, che ci s’innalzavano, presentava, non insolito, ma sempre singolare spettacolo, da cui l’occhio sorpreso non potea distaccarsi. La meta del gran pellegrinaggio per terra e per acqua, era il Giardino del Checchia, che trovò modo d’ abbellirlo ancora e alzando i pergolati ed elevando nel cortile, non dirò un lustro, ma una enorme piramide di lumi, alla quale le proporzioni gigantesche nulla tolgono d’eleganza e sveltezza, e sotto la quale si raccoglieva e sonava la musica banda militare. Ma ciò che abbellì anche più quel vario trat-