19 più ancora la donna d’ieri non son quelli d’ oggi, e non saran quelli nè pur di domani : cadono fin le montagne, e i nostri Giardini, che un tempo mandavano grate ombre e la fragranza de’ campi, sono ora brulli, schiomati di piante, come il deserto, e spirano il soave odor dell’ asfalto : tutto s’ altera, cangia, mollificasi, uomini, cose ed opinioni. Ora, fra le cose più cangianti e variabili, è il saluto. Imperciocché, punto primo : si saluta e non si saluta ; poi in un modo si salutano alcune persone, e in altro si salutano altre ; il saluto non si getta o profonde ; ma si spende, s’impiega, si calcola. In generale, non si salutano quelli che non si conoscono ; nel che è da osservare che molti, che un tempo conoscevano, or più non conoscono : memorie labili, che perdono, per un fortuito accidente qualunque, la notizia delle persone. M’ avvengo spesso in un buon uomo, il quale anni fa, prima che fosse accademico, era il più cortese e salutevole della terra ; salutava tutti, salutava a dritta, a sinistra, era sempre con in mano il cappello, o la mano in aria, trinciandola. Ora ei t’ incontra per via, ti ficca gli occhi addosso, e