240 XXXIII. Il Barbiere di Siviglia e i Zuavi all’ Apollo (*). A tutti non è dato d’ andare a Corinto : non si va a teatro ogni volta che si vuole. Per questo non possiamo dir nulla della prima e seconda rappresentazione del Barbiere, prodottosi domenica e lunedi sera, sulle quali udimmo più d’ una versione. Il prim’ atto fu ripetuto giovedì sera, e ci pare poter da esso inferire che, per quanto valenti e periti sieno i cantanti, pure e’ non sembrano fatti per quella musica. Il Bellini non ha la vocazione dell’ opera buffa: ei cantò da quel bravo artista ch’egli è, con quella bella e rotonda sua voce; ma Figaro qui fu tutt’ altro che un barbiere di qualità : gli mancava quel brio, quella vivacità, senza di che quel personaggio non è più desso. Questa freddezza si notava negli altri interlocutori : il Barbiere sentiva la neve, che, mentre scriviamo, cade a gran fiocchi. (') Gazzetta del 6 novembre 1858.