80 In mezzo a quel volgo di dame, la contessa, la baronessa, la marchesa, si leva bellamente la go vernatrice per 1’ affabilità de’ costumi, e la gentilezza de’ modi, per la stessa protezione, eh’ ella concede al perseguitato poeta. La posizione tra loro, com’ or si direbbe, non è affatto netta. Forse tra loro ha più che una semplice simpatia, più che la sola ammirazione dell’ ingegno, e ce ne darebbe il sospetto quella parola d’ angelo, che il Parini sì lascia scappare verso di lei, e più ancora 1’ osservazione, eh’ ella ha subito bisogno di fargli, eh’ è un angelo, eh’ ha marito. E certo assai arrischia, ella, la governatrice, recandosi di notte e mascherata in sua casa. Quella protezione dev’ esser ben forte, se le fa così a un tratto dimenticare, non diremo il decoro, ma almeno il cerimoniale ! Si sa chi era a quel tempo, il governatore, o se volete, il commendatore di Milano. Il poeta, immaginandone un babbeo, che crede di saper tutto, e non sa mai niente, e si lascia prendere a più d’ un equivoco, falsò l’originale e tradì la storia. E’ non si ricordò il famam sequere d’Orazio, e trasse un personaggio buffo e ridicolo, da un uomo, per civili benemerenze