242 Se non che, questo non è più suo che vezzo comune di tutti i cantanti, e che noi abbiamo sovente lor rinfacciato. Credono di poter far meglio che il Rossini, e si mettono nel suo luogo, rifacendo e mutando. Debolezze umane ! Del resto, per nuova cantante ch’ella è, la Calderon sta bene in iscena, e da quel poco che abbiamo veduto, fu una vispa e garbata Rosina. Diciamo quel poco, perchè invece del se-cond’ atto del Barbiere ci vennero da Inker-Miann, e in ultima posta da Trieste, i Zuavi, colle loro commedie da campo. In mezzo al battibuglio delle arilii, tra’ brevi ed incerti ozii del bivacco, tra le tende e i cannoni, quello spettacolo improvvisato, che una palla infocata, come il deus ex machina, poteva ad ogn’ istante cessare, era forse sorprendente, se si vuole, sublime di francese spensieratezza ; ma, separato da quegli am-minicoli, lunge da quelle concomitanze, trasportato sulle scene comuni d’ un teatro qualunque, quello spettacolo non ha più nulla di singolare e curioso : è uno spettacolo come tutti gli altri, e non rimane più a considerar