197 XXIV. La Compagnia Rossi all’Apollo (*). Nulla è più fastidioso ed ingrato per chi ha da scrivere per la gente che quell’eterno aggirarsi nel medesimo ciclo di cose. Gli avvenimenti si succedono e si somigliano, e quegli è obbligato a registrarli. Il Rossi è venuto non so quante volte a Venezia, e non so quante altre io abbia parlato di lui. Or egli è ritornato ; è in sua sede all’ Apollo ; rinnova gli antichi strepiti, e che altro potrei se non che ripetere di lui le cose già dette, le cose raccontate di lui da tutti i giornali ? Si nominano due o tre grandi attori nelle sue parti, ed egli è fra questi. Nell’ Amleto anzi non so chi 1’ eguagli : è quello il suo cavai di battaglia, egli lo rappresentò, tornò a rappresentarlo, e sempre mostrò eguale eccellenza. E’ colse ogni punto, indovinò, se non tutti, presso che tutti i pensieri di quell’ ingegno mostruoso, che produsse il grande capolavoro, (') Gazzetta del 21 luglio 1858.