63 Mdxxvii, maggio. gì 10 satisfarebbe, et per sua sicurezza gli darebbe nelle mani il Delfino et duca di Orliens, insieme a certi luochi in Fiandra. A questo gli risponde 11 re d’Ingilterra, che non volea esser pagato se non da esso Imperatore et non da Franza, et non poteva fare li termini, et le soprascritte cose, insieme il voler dare ad intendere a Ingilterra che gli voleno qua rimettere nelle mani ad Ingilterra il fare la pace, cosa molto lontana da quello tenevano che le cose de Italia gli debeno succedere secundo le hanno designate. Sono li negotii che hora si tratano fra lo Imperatore et Ingilterra. Et per quello mi dice l’ambassiatore inglese, il suo Re conosce che di qua gli è dato parole, et sta Io Imperatore inresoluto aspettando intendere se in Italia prosperarà, et provedere la resolutione de queste corte de Spagna, che de praesenti si fano. Vostra Excellentia saperà, come sono già circa '20 giorni che sono incominciale queste corte, et ancora non se ne intende resolutione qua, et lo Imperatore in persona, contra il solito, che non ha parlalo lui nelle altre corte, ha parlato hora, rac-comandandose in queste necessitade dove si trova posto per causa de non gli avere il re di Franza mantenuto quello gli promise in Madrid, da la qual cosa è causato che ’1 Turco ha pigliato 1’ Hongaria per non haverla potuto soccorere, et oltra sforzase de iustificatamente fare conoscere in queste corte la iniusta guerra che il Papa gli ha mosso in Italia con volontà de tuorli il reame di Napoli, et con altre ragione vuole indure tutta la Spagna ad pagare denari, sotto colore però di fare la guerra al Turco. Et qua sono venuti tutti li grandi et pi-coli signori in temporale et spirituale de Spagna, et li cavalieri de li tre maestrali di Spagna et de Rodi, tutti li abati de conventi che vivono de entrate, et tulio il clero gli ha mandalo procuratori, et (ulte le citlade regie. ludicasi che bona summa de danari bavera lo imperatore, non tanta però come vorebbe, né tanto presto come sarebbe il suo bisogno ; tutlav-olta se remetterà il negozio allo exito che ne reussirà. Mandano in Navara la compagnia de 1000 fanti spagnoli che lo Imperatore continue si mena drieto la corte, et questo perchè temeno che con aiuto de Franza il re de Navara non entrasse alla scoperta in quel regno, attesoché le pietre lo adimandano et odiano li spagnoli. Et molto è pubblico per la corte, che ’1 ditlo re di Navara fa genti per venire in ditlo regno. Postscripta. Heri gionse qua el signor missier Andrea dal Borgo, mandato ambassatore dal serenissimo archiduca de Austria et re di Boemia a Roma per veder di trattare pace, o qualche reme-dio alli tanti mali come al presente regnano in Ilalia. Non havemo mancato de honorarlo et aca-rezarlo facendolo allogiare in corte, et così hoggi da poi disnare si partirà. Mi è parso anche di questo darvi aviso. Dell' Agnello, da Castello presso Fiorenza, al primo di Maso 1527. Per hoggi non partimo di questo allogiamen-to, perchè li sguizari, quali tuttavia si pagano, non si voleno movere finché non siano pagati tutti integramente. Però si tarderà il partire a dimane. Si ha aviso, che li imperiali allogiorno heri sera a Bonconvento, et che hoggi non si son mossi di quel loco. Il signor Duca si meraviglia de la tardità, dicendo che se danno tanto tempo a tutte le imprese come a questa, non potranno far cosa bona. 11 conte Guido Rangone partì questa matina con le gente che scrissi, et va a bone giornate alla volta di Roma, el hoggi deve fare 20 miglia. 11 colonello del signor Duca, con le fantarie che forno mandate per il Po a Ravena quando eramo a Figarolo, è gionto hora qui, chiamato da Sua Excellentia per haver unito tutto lo exercito. Sono ancor venuti ' li capitani di cavalli legieri che erano a Santa Croce, zoè Gioanne di Naldo et Farfarello. Del ditto, di 2, date ut supra. Adesso il campo si leva et tutto passa per Firenze. Li francesi sono vanguardia, et vanno questa sera ad allogiare ad Ancisa. Il signor Duca serva un bel ordine nel passar per Fiorenza, del quale darò poi ampio aviso. Hogi non s’è inteso cosa alcuna de imperiali. Del ditto, da Montevarco, alli 4, hore 22. Siamo gionli a Montevarco, dove el signor Duca et signor marchese di Saluzo hanno parlato insieme zerca il dividere li exercili, et caminarà per due vie, sicome scrissi. Ma havendo parlato loro signorie, parlalo con li pratichi del paese, non trovano modo di poterlo far per adesso, per non trovarsi lochi, partendosi de qui, dove si potesse allogiare, levandosi della via che si fa al presente; per il che si sono risolti di caminar insieme fin