62 più all’ altezza de’ tempi ; quasi che le norme eterne del bello cangiassero, e poesia fossa, come le vesti e gli arredi, soggetta alla moda. I cinque atti più non bastarono : si lasciò che Orazio cantasse, e, poiché quello spazio, che ti strigneva entro a certi confini e di necessità t’ obbligava a raccogliere e ordinare in data proporzione e misura le fila dell’ azione, la libertà limitava, e’ fu superato. Per comodo dell’ autore, e a dispensarlo dalla maggiore fatica di comporre i fatti in un solo e armonico tutto, si ruppe 1’ unità di tempo, e fu inventato il prologo, eh’ è un’ azion nell’ azione ; gli atti si partirono in cinque, in sei, in otto ad libitum, si suddivisero in quadri, e si condannò la gente a passare presso che la notte in teatro. In questo consiste 1’ avanzamento dell’ arte. Il G abianca si ribellò a siffatta legge dì confusione : volle essere antico, e si ritrasse a’ primi e più idonei principii della poetica. Per lui, l’interesse drammatico dee sorgere, non dalla impensata e strana successione de’ casi, ma dalla forza del concetto e del dialogo ; e* mira, come i vecchi, a suscitare la pietà e 1’ affetto dello spettatore, non a sti-